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Food packaging, Piacenza dice la sua. E fa centro con il convegno organizzato da Confapi Industria Piacenza e dall’Istituto italiano imballaggio con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Piacenza e Comune di Piacenza, che ha visto confrontarsi con successo numerosi esperti del settore. “Food packaging: riduzione dello spreco alimentare e dell'impatto ambientale" è stato il titolo della tavola rotonda aperta dai saluti del sottosegretario all’Economia Paola De Micheli e dal vicesindaco Francesco Timpano che hanno evidenziato l’impegno di Confapi Industria Piacenza nel trasformare ogni anno Piacenza in una vera e propria capitale del packaging.
“È un settore che sta crescendo e che vanta delle eccellenze straordinarie nel nostro territorio - ha spiegato il presidente di Confapi Piacenza, Cristian Camisa - un settore che conta complessivamente solo a livello locale più di 70 imprese e 1.500 addetti diretti che arrivano a circa 2.500 considerando l’indotto e le imprese con codici Ateco differenziati. Un convegno di questo tipo è anche uno strumento utile per fare del marketing territoriale”.
Eppure, nonostante la crescita, di packaging poco si parla: lo ha evidenziato il direttore dell’Istituto italiano imballaggio Marco Sachet. “Tutti siamo dei fruitori di cibi – ha spiegato - eppure siamo poco consapevoli dell’importanza della confezione nel settore alimentare. Pensiamo ai packaging che conosciamo: non riportano informazioni sul confezionamento, ma solo sul prodotto. Al massimo ci sono dei simboli che portano una grande confusione, ma nulla di più. Ecco perché come Istituto abbiamo sposato la causa della Carta etica del packaging ideata da Stefano Lavorini, che parla di un confezionamento responsabile, equilibrato, sicuro, contemporaneo, informativo, sostenibile, educativo, lungimirante, accessibile e trasparente”.
La scarsa conoscenza riguarda non solo il packaging, ma anche il fenomeno dello spreco. “Parlando di spreco, nel mondo buttiamo un miliardo e trecento milioni di tonnellate di cibo all’anno - ha detto Franco Fassio dell’Università degli Studi di scienze gastronomiche di Pollenzo - In Italia ne buttiamo venti milioni di tonnellate di cui buona parte è rappresentata dall’ortofrutta: il 40% di questi prodotti va sprecato nella fase di distribuzione e solo a casa ogni settimana lo spreco ci costa oltre sei euro. Il 47% di questi scarti è imputabile ai comportamenti che teniamo in casa e il 60% sarebbe evitabile”.
“In Italia il costo dello spreco è di circa otto miliardi di euro - ha ricordato Luca Falasconi dell’Università di Bologna - Solo il 16% dei consumatori è a conoscenza del ruolo che il packaging ha nell’allungare la vita degli alimenti, anche se alla fine il problema è sempre uno: lo spreco è legato al fatto che si comprano delle confezioni troppo grandi. Alla luce di questo siamo proprio convinti che la grande distribuzione abbia veramente voglia di insegnarci a non sprecare?”.
Al termine del convegno è spettato alla consigliera di Confapi Industria Piacenza, Anna Paola Cavanna, annunciare la terza edizione: “Sarà quella che concluderà idealmente il ciclo di approfondimento sul packaging - ha spiegato - e affronterà la questione delle ultime fasi dell’imballaggio”.

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