Confapi ha ribadito stamane in audizione alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati – con l’intervento di Vincenzo Elifani Presidente Unionservizi Confapi - la necessità di semplificare il sistema fiscale, intervenendo sulla proposta di legge 1074 a firma di Carla Ruocco. Nel rapporto internazionale che misura la "facilità" del sistema fiscale, l'Italia si classifica ultima in Europa e 141ª nel mondo. “Da noi – dichiara il Presidente Nazionale Confapi, Maurizio Casasco - un imprenditore medio effettua in un anno 15 versamenti al fisco, 6 in più di un suo collega tedesco, 7 in più di un inglese, di uno spagnolo o di un francese e 9 in più di uno svedese. Impieghiamo in media 238 ore annue per pagare le imposte, il 46% in più della media Ocse. Costi, tempo e risorse sottratte all’attività d’impresa”.
La semplificazione, secondo il Presidente di Confapi, si ottiene attraverso una revisione profonda e razionale del sistema fiscale. “Ad esempio la base imponibile Irap è ormai molto simile a quella Ires e l’Irap e si configura sempre più come una addizionale dell’Ires. Una semplificazione potrebbe essere l’eliminazione della dichiarazione Irap e degli adempimenti connessi e la sua trasformazione in una percentuale aggiuntiva dell’Ires”.
Parlando di fatturazione elettronica Confapi segnala che il necessario adeguamento tecnologico comporterà notevoli costi alle Pmi: tali costi oscilleranno da un minimo di 1.500 euro per le imprese più piccole ad anche 6.000/7.000 euro all’anno per le imprese di media dimensione. “La nostra proposta è di concedere un credito d’imposta su tale onere, come è già avvenuto in altre circostanze e come è stato previsto nel decreto collegato alla manovra 2019 per l’adeguamento all’obbligo di invio di corrispettivi telematici”.
Inoltre, Confapi ribadisce la necessità di procedere alla redazione di “Testi Unici” in grado di riassumere le diverse disposizioni coerenti per argomento, abrogando le parti obsolete, evitando duplicazioni e fugando ogni dubbio interpretativo anche sulla scorta della prassi e della giurisprudenza.
“Occorre – dichiara Casasco - rendere obbligatoria una “analisi di impatto” della normativa sulla vita delle aziende, prevedendo una scalabilità degli adempimenti in funzione della dimensione e della complessità aziendale”.
Infine, “nonostante alcuni interventi di razionalizzazione e snellimento che si sono realizzati negli ultimi anni, il numero dei tributi è tutt’ora troppo elevato e determina un aggravio di costi sia per le imprese che rappresentiamo sia per la stessa pubblica amministrazione che deve gestirli. Per cui occorre realizzare, innanzitutto, una riduzione quantitativa degli stessi individuando due soli enti impositori - uno a livello nazionale e uno a livello regionale –razionalizzando anche il calendario per il pagamento dei vari tributi con una o al massimo due date annue”.