Milano, 20 giugno – “Occupazione giovanile, innovazione, sostegno alle imprese: in una parola, lavoro. La ripresa economica del nostro Paese non può prescindere da una crescita generale del sistema produttivo”. Con queste parola il presidente di Confapi Maurizio Casasco ha aperto il suo intervento al Festival del Lavoro 2019, l’evento organizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e dalla Fondazione Studi (MiCo – Milano Congressi, 20-22 giugno).
 
“Promuovere l’occupazione giovanile è prioritario perché l’Italia oggi ha la forza lavoro più vecchia del mondo: negli ultimi 25 anni i lavoratori più giovani si sono rarefatti dal 42% al 22%. È un dato che deve farci riflettere”, commenta Casasco.

“Confapi è pronta a fare la sua parte, ma è necessario che anche chi governa il Paese dia un sostegno forte alle imprese: il lavoro lo crea l’industria, soprattutto le PMI che in Italia rappresentano il 95% delle aziende attive. Chiediamo quindi una politica generale di abbattimento del cuneo fiscale, che nel nostro Paese è 10 punti oltre la media europea, mentre il tax burden è addirittura 25 punti superiore. È evidente che questo divario ci penalizza in termini di competitività”.
 
Ricerca, formazione e innovazione sono le ricette per il presente è il futuro del lavoro evidenzia Maurizio Casasco: “Confapi ha di recente inaugurato il Polo d’Innovazione PMI Italia, un digital innovation hub con il compito di diffondere la cultura, la conoscenza e le tecnologie abilitanti di Industria 4.0. Inoltre, con l’Università Tor Vergata abbiamo costituito un ‘ContaminAction Hub’, uno spazio fisico e virtuale dove aziende e ricercatori collaborano alla ricerca di idee per realizzare nuovi prodotti, servizi e brevetti. Ricerca e industria devono camminare insieme se vogliamo creare un futuro per i nostri ragazzi e allargare la nostra competitività su mercati internazionali sempre più complessi”.
 
Altra conditio sine qua non per combattere disoccupazione è la semplificazione burocratica. “Abbiamo intensamente lavorato per ottenere una modifica all'articolo del Codice crisi di impresa che prevedeva altri onerosi obblighi – specifica Casasco – come quello dell'introduzione di revisori e organismi di audit anche nelle piccole e piccolissime industrie. Il decreto sblocca cantieri, pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, ha raddoppiato i requisiti: 4 milioni di fatturato anziché 2, 20 dipendenti invece di 10. Plaudiamo a questa modifica, che riteniamo un piccolo passo in avanti nell'ottica di liberare le nostre industrie dai troppi fardelli burocratici che continuano a minarne sviluppo e competitività”.