Roma, 13 aprile - Una “No tax Area” che tuteli le industrie più piccole da un balzello inutile e penalizzante come il Payback sanitario. È questa la proposta principale presentata oggi da Confapi audita alla Camera dalle Commissioni congiunte Finanze e Affari Sociali nell’ambito del cosiddetto Dl Bollette
“Quella del Payback sanitario – ha spiegato Michele Colaci, vicepresidente vicario di Confapi Salute, Università e Ricerca – è una questione di vitale importanza per l’intero settore della manifattura italiana. Si tratta di una norma iniqua che va a colpire non le multinazionali, ma soprattutto le Pmi manifatturiere fornitrici delle Aziende sanitarie locali delle Regioni. Si tratta di imprese fornitrici di prodotti ospedalieri e specializzate nella produzione di cerotti, garze, bende, camici, stent coronarici, valvole cardiache, protesi per le ricostruzioni ortopediche e altri prodotti ausiliari, che per il 95% sono piccole e medie con oltre 100mila lavoratori impiegati”.
Il Payback sanitario prevede che queste aziende saranno costrette a restituire gli oltre 2,5 miliardi di euro richiesti dalle Regioni dovuti agli sforamenti dei budget sanitari. Le imprese, inoltre, hanno sinora partecipato a gare con prezzo a ribasso imposto dall’ente regionale appaltante e che hanno dovuto misurarsi con i prezzi concorrenziali dei Paesi dell’est Europa nonché dei commercianti importatori cinesi.
Le proposte presentate ai parlamentari da Colaci sono essenzialmente due: la prima è quella di eliminare completamente il Payback sanitario. Se non fosse possibile modificare un provvedimento che risale al 2015, quindi, la soluzione da adottare in tempi rapidi, sarebbe appunto quella di creare una sorta di “No Tax Area”, una franchigia, destinata esclusivamente alle aziende più piccole.