Roma, 23 luglio - "Non dobbiamo stravolgere il Codice Appalti: le imprese e le stazioni appaltanti hanno bisogno di stabilità. Ma bisogna comunque correggere alcune criticità che si sono palesate in questo anno di applicazione del Decreto n.36. Tra gli interventi strutturali da modificare c’è sicuramente un problema irrisolto che penalizza l’intero sistema degli appalti e tutto il mondo imprenditoriale: la persistente e costante presenza di carenze e/o errori progettuali che costringono le imprese a dover formulare proposte integrative e migliorative che si trasformano in nuovi prezzi, varianti o vere e proprie riserve”. Lo dichiara il Presidente di Confapi Aniem, Giorgio Delpiano, nell’ambito della consultazione promossa dal Ministro Salvini sui correttivi da apportare al Codice.

Per Confapi Aniem un aspetto centrale è quello legato alla tutela della concorrenza. “Troppo spesso – spiega Delpiano - accade che le stazioni appaltanti nei bandi di gara, oltre a prevedere l’attestazione della qualificazione Soa nelle categorie di cui si compone l’opera, chiedono ai partecipanti anche il possesso di ulteriori requisiti speciali limitando di fatto la partecipazione delle imprese e restringendo quindi la concorrenza. In merito alle procedure di gara, Confapi Aniem chiede di ridurre la possibilità di utilizzo delle procedure negoziate, rendendone allo stesso tempo più agevole il loro utilizzo, e prevedere il ricorso alle procedure aperte per gli affidamenti di importo superiore ai 2 milioni”.

Confapi Aniem richiama, inoltre, l’attenzione sull’esigenza che la scelta degli operatori economici da invitare alle procedure negoziate sia effettuata sulla base di criteri oggettivi, coerenti con l’oggetto e le finalità dell’affidamento, in modo proporzionale e tale da consentire l’accesso al mercato anche delle piccole e medie imprese.

Oltre a formulare specifiche ulteriori proposte per migliorare, in particolare, l’applicazione di istituti quali accordi quadro, riserve, subappalto e revisione prezzi, Confapi Aniem sollecita la riformulazione dell’art. 11. “Si deve assolutamente riconoscere – conclude Delpiano - pari dignità a tutti i CCNL stipulati dalle Organizzazioni comparativamente più rappresentative, salvaguardando libertà associativa e autonomia contrattuale, senza gravare le imprese di inutili e gravosi adempimenti burocratici”.