La filiera di Confapi Calabria che raggruppa i settori servizi, terziario, commercio ed energia ha il suo presidente: a conclusione dell’assemblea dei rappresentanti dei settori, è stato nominato per acclamazione Pierpaolo Bilotta.
Un’assemblea, i cui lavori sono stati aperti dal Presidente di Confapi Calabria Francesco Napoli, molto partecipata e ricca di interventi interessanti, alcuni di denuncia delle difficoltà economiche degli operatori del settore, ma anche propositivi, di rilancio dell’economia regionale attraverso specifiche progettualità.
“Meni Canapa” è un esempio concreto di progetto che parte da un settore tradizionale come la coltivazione (quasi un ritorno al passato con un tentativo di ripartire dalle eccellenze dei primi del novecento) e guarda al presente e al futuro della produzione di canapa (con un’attenzione particolare alla qualità del prodotto che deve essere eccellente).
Promosso, con un intervento di Bilotta, il “tavolo degli aiuti alle imprese”: una serie di provvedimenti che potrebbero davvero aiutare la filiera a rendersi ancora più operativa. Accesso al credito, riduzione dell’Imu e della Tari, abolizione degli studi di settore a favore degli Indici Sintetici di Affidabilità per la Calabria, riduzione dell’Iva al 4% per il settore turistico (come in Spagna e Portogallo) e innalzamento delle soglie di contabilità forfettaria per il commercio.
L’intervento di Pierpaolo Bilotta, che ha posto l’accento sui fenomeni macroeconomici che caratterizzano questo momento storico, ha chiuso i lavori dell’assemblea.
Per Bilotta è l’andamento demografico a destare maggiore preoccupazione, ma anche la trasformazione del retail verso il commercio elettronico (con moltissimi settori in sofferenza). Fattore positivo, invece, il ritorno ai negozi di quartiere che aiutano a smuovere qualcosa nelle fasce più deboli della popolazione (con il microcredito, i piccoli lavori di manutenzione e di delivery). Poi gli auspici: un’associazione che svolga una funzione di orientamento per gli operatori, affinché si compensi l’assenza da parte delle autorità, attraverso una presenza vera sul territorio e un dialogo con i settori di attività produttivi dei comuni di pertinenza. Infine una gestione delle risorse umane che recepisca il divario nel potere d’acquisto (costantemente certificato dall’Istat) tra il Nord e il Sud.