Sulla legge di bilancio 2019 non dobbiamo prescindere dalle politiche per le imprese, che sono le fondamenta del sistema economico e produttivo”. È quanto ha sostenuto Confapi in audizione alle commissioni bilancio di Camera e Senato, rappresentata dal membro di giunta nazionale Cristian Camisa.
Secondo Confapi, “qualora volessimo considerare lo sforamento del deficit una scelta strategica la dobbiamo finalizzare esclusivamente a investimenti mirati e produttivi, realizzando grandi opere come la TAV, la Pedemontana lombarda e piemontese, l’alta velocità Brescia-Trieste, il Terzo Valico, per fare qualche esempio. E investire per diminuire il trasporto merci su gomma, sviluppare le reti su rotaie e realizzare infrastrutture portuali che potrebbero valorizzare la nostra posizione strategica nel Mediterraneo.
Per Confapi “occorre diminuire la tassazione su quei fattori che incidono sulla produzione industriale. Ci riferiamo al costo del lavoro e alle tasse patrimoniali vessatorie che gravano sulle imprese, come Imu e Tasi. Non possiamo nemmeno pensare ad aumenti di Iva e accise carburanti. Inoltre la complessità della norma sugli utili reinvestiti, il dimezzamento del credito d’imposta per ricerca e sviluppo, l’abrogazione dell’Ace, il mancato rinnovo del superammortamento disegnano un quadro certamente non favorevole alle Pmi con ulteriori aggravi di tassazione”.
Il Disegno di Legge complessivamente depotenzia il Piano Impresa 4.0, “che a nostro avviso meriterebbe di essere implementato dando piena continuità alle misure già introdotte negli anni precedenti. È molto importante reintrodurre il credito d’imposta per le spese legate alla formazione 4.0, misura strettamente correlata ad una piena attuazione del Piano Impresa 4.0”.
“Tra le tematiche che dovrebbero essere inserite nel testo – conclude Confapi – c’è quella per l’accorciamento dei tempi di pagamento non solo della Pa, ma anche tra privati, con un sistema di sanzioni a carico di chi non rispettasse i tempi previsti di pagamento, con la possibilità di alimentare con tali introiti un Fondo presso il Mise destinato allo sviluppo delle Pmi. Vanno rivisti poi i criteri per l’Imu, che grava in maniera considerevole sul settore manifatturiero, che necessita di strumentazioni importanti e di spazi molto ampi per l’esercizio dell’attività d’impresa a differenza di aziende che spesso generano notevoli fatturati a fronte di beni strumentali e di spazi esigui. È necessario inoltre che venga attuata periodicamente una verifica successiva della validità delle misure varate nel campo delle politiche fiscali attraverso un confronto programmato e costante della loro efficacia pratica tra gli addetti ai lavori e i destinatari di tali provvedimenti. Infine, solo con interventi su infrastrutture, scuole, cuneo fiscale, burocrazia tempi di pagamenti fra privati possiamo combattere per la crescita e favorire il mercato interno (fondamentale) e affrontare con forza e credibilità il confronto e la discussione con gli altri Paesi”.