Cosa pensiamo della Legge di Stabilità
La legge di stabilità 2016 è già all’esame del Parlamento. Lunedì 3 Novembre, Confapi insieme ad altre parti sociali, ha preso parte all’audizione presso le Commissioni di Camera e Senato.E’ stata questa l’occasione per esporre considerazioni generali nonché criticità e proposte focalizzate sulla necessità di supportare le PMI e rendere realmente efficaci e duraturi i timidi segnali di ripresa.Non possiamo che esprimere un generale apprezzamento per lo sforzo del Governo nel predisporre una manovra espansiva, che intende sostenere la ripresa del Paese e tenta di mettere al centro i bisogni e le esigenze del sistema produttivo vero motore di una definitiva uscita dalle sabbie mobili della crisi.
E’ positivo che il Disegno di Legge contenga misure volte alla riduzione del carico fiscale generale che trovano però copertura di fatto in un sostanziale aumento del debito pubblico. La manovra – che costerà complessivamente oltre 26,5 miliardi – sarà finanziata in buona parte da una flessibilità di bilancio pari a quasi 14 miliardi. 5,5 miliardi deriveranno dalla spending review e altri 3 da ulteriori efficientamenti.
La scelta di aumentare il debito pubblico è da una parte condivisibile, ma dall’altra preoccupa molto. A meno che queste ulteriori risorse non siano immediatamente investite in quei settori e ambiti che possano garantire una reale spinta all’economia e un maggiore impulso alla domanda, soprattutto quella interna, e conseguentemente alla produzione. Ovviamente con un occhio particolare alle piccole e medie imprese che, solo se sostenute, possono giocare un ruolo fondamentale in questa delicata fase.
Restiamo altresì fermi nella nostra reiterata convinzione che solo una drastica ed equa riduzione delle tasse, che tenga soprattutto conto delle specificità e della dimensionalità delle PMI, accompagnata dal varo di regole certe e interventi mirati sia l’unica ricetta per liberare energie sulla base del merito e della concorrenza. Non ci dimentichiamo che sburocratizzazione e investimenti in un vero processo di ammodernamento della PA sono ulteriori elementi essenziali per far ripartire la macchina Italia. L’export ,con il quale le nostre piccole e medie imprese sono state capaci di eccellere in mercati sempre più complessi, va sostenuto con misure di sistema e non solo di facciata.
Il mondo è complesso, i mercati sempre più diversificati e competitivi, il nostro Paese è ancora in mezzo al guado. Riteniamo che la complessità richieda non solo lo sforzo di pochi che sono chiamati a governare il Paese. Combattiamo per far tornare al centro della politica un sereno e costante confronto con le parti sociali, che pur dovendo portare avanti un processo di depurazione da orpelli e incrostazioni, continuano ad essere le depositarie di conoscenze e istanze utili e essenziali per individuare azioni e misure efficaci.
Solo insieme, chiamando all’appello le migliori forze che questo Paese ha saputo produrre e continua a produrre (noi di Confapi ne rappresentiamo una buona parte) possiamo farcela davvero. La vera svolta è questa.