L'iniziativa PMI, che intende promuovere la competitività delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno, presentata il 17 ottobre dal Ministero dello Sviluppo Economico va nella direzione giusta". Lo dichiara il Presidente Maurizio Casasco. "Confapi - sottolinea – ha da sempre a cuore lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia, anche e soprattutto perché esso è caratterizzato proprio da un tessuto produttivo di piccole e medie imprese. È proprio qui che il cosiddetto 'Credit Crunch' ha fatto danni maggiori".
Infatti, secondo i dati dell’ultima indagine in materia di credito realizzata dalla Confederazione, il 57,19% delle imprese ha avuto necessità di nuove linee di credito. Di queste, il 23,44% ha dichiarato di aver ottenuto nuove linee di credito a fronte di un 11, 56% che si è visto opporre un netto rifiuto. A questo si aggiunge un 10,31% che le ha ottenute ma grande con difficoltà e un 11,88% degli intervistati che ha dichiarato di aver conseguito nuove linee di credito molto parziali rispetto alle richieste.
Rimane di vitale importanza che le PMI abbiano accesso a un mercato bancario che lavora per loro e non che sia di ostacolo alla loro attività. Sostenere il flusso del credito alle attività produttive e promuovere lo sviluppo del mercato dei capitali per diversificare e migliorare l‘accesso delle imprese ai finanziamenti dovrebbe essere la mission degli istituti bancari, troppo spesso disattesa in questi ultimi anni. “Noi di Confapi proponiamo – sottolinea Casasco- anche la modifica dell’art. 96 T.U.I.R sugli interessi passivi. Perché le PMI devono adottare le stesse regole di deducibilità degli interessi passivi, previsti per le multinazionali che presentano margini più consistenti e condizioni di accesso al credito più favorevoli? Sarebbe opportuno adottare una franchigia minima di deducibilità come avviene per esempio in Germania”.
"Ecco perché - aggiunge Casasco - risulta fondamentale mettere in atto interventi tesi a creare le condizioni per un più agevole accesso al credito per le imprese di minori dimensioni e soprattutto per quelle che operano in aree del Paese meno sviluppate. Attraverso interventi mirati di breve periodo - conclude - si potrebbero rilanciare da subito le aree del Mezzogiorno e parallelamente configurare, con vere e proprie politiche mirate e coordinate, un piano industriale di crescita e sviluppo".