Piccole, poco inclini ad aggregarsi e strozzate dalla burocrazia e dalle difficoltà di accesso al credito: è il profilo delle Pmi sarde tracciato da un’indagine di Confapi Sardegna e presentato dal Presidente Mirko Murgia e dalla direttrice Silvana Manuritta. Dai questionari distribuiti a 207 delle 757 imprese affiliate (il 27%), con 6.961 addetti, emerge che per il 63% l’unico mercato di riferimento è la Sardegna e che il 54% non aderisce ad alcuna rete. Un giudizio fortemente critico emerge sulle misure di politica economica della Regione: il 43% degli intervistati non ha riscontrato impatti positivi, mentre il 54% delle aziende ha una conoscenza solo superficiale degli interventi regionali. Prevale il pessimismo riguardo al futuro: il 69% delle imprese intervistate dichiara di non prevedere strategie di esportazione e il 65% non punterà su processi di innovazione tecnologica. Quando hanno investito, le Pmi interpellate l’hanno fatto, nel 60% dei casi, per acquistare macchinari o immobili (24%), per sviluppare nuovi prodotti (24%) e per promuovere comunicazione e marketing (22%). Nel campione dell’indagine la gran parte delle imprese è attiva nel settore dei servizi (25%), dell’edilizia e del legno (25%) e in quello metalmeccanico (22%). “Per affrontare le criticità riscontrate nella nostra analisi – spiega la Direttrice Silvana Manuritta – è necessario che l’Associazione sviluppi le sue linee di supporto in due direzioni: favorire l’aggregazione delle realtà imprenditoriali e delle reti per superare i limiti delle piccole dimensioni aziendali e svolgere un ruolo di mediazione e di composizione con le pubbliche amministrazioni”. Le imprese associate a Confapi Sardegna hanno in media 14,7 addetti, di cui tre soci/dirigenti, 9 impiegati/operai e due collaboratori fissi. Per il 24% il fatturato va fra i 250mila e 500mila euro. Solo il 6% supera i cinque milioni. Organizzazione flessibile (per il 54% degli interpellati) e know how specialistico (per il 49%) sono considerati i fattori maggiori successo, assieme all’attenzione al cliente (37%). “C’è da rafforzare il ruolo dell’associazione – osserva il Presidente Mirko Murgia – poiché nascere piccoli e rimanere isolati conduce quasi sempre a un frustrante futuro. Questo è il nostro ruolo: stimolare e accompagnare le imprese verso i vantaggi dell’aggregazione. Le condizioni ci sono. Nel prossimo futuro c’è la possibilità di aprire nuovi mercati in Sardegna: in primo luogo attraverso l’innovazione tecnologica, grazie alle misure Industria 4.0, che riguarderanno non solo il settore produttivo, ma anche l’Ict e il mondo delle start up innovative in genere”.