“Il nostro auspicio è che le misure messe in campo con il Def possano offrire strumenti per rafforzare la competitività, la ripresa degli investimenti così come la semplificazione burocratica e l’innovazione. In rappresentanza delle Pmi, esprimiamo però anche la preoccupazione per il fatto che non siano state messe in campo misure adeguate per la riduzione del costo del lavoro e per una decisiva ripresa della domanda interna”. È la posizione espressa oggi da Confapi nel corso dell’audizione sul Def presso le Commissioni congiunte di Camera e Senato.
Confapi, rappresentata dal vicepresidente Francesco Napoli, ha ricordato “la necessità di varare misure che sostengano realmente le Pmi, colonna portante del nostro sistema produttivo”.
Fra i temi più cari a Confapi, ribadito anche oggi in sede di audizione, quello dei ritardi nei pagamenti tra privati. "Oggi - ha spiegato Napoli - le nostre aziende subiscono un grave squilibrio finanziario poiché i tempi medi di pagamento arrivano fino a 180 giorni, contrariamente a quanto stabilito dalla direttiva europea. Noi abbiamo già proposto l'adozione anche in Italia del sistema vigente in Francia che prevede un sistema di sanzioni per chi non rispetta i tempi previsti. Inoltre nel Def non si fa alcun riferimento alla riduzione delle aliquote Irpef preannunciata più volte. Ciò costituisce una gravissima perdita di competitività e di limite agli investimenti per crescere e innovare”.
“A nostro avviso - ha sottolineato il vicepresidente di Confapi - è necessario rimodulare l’estensione dello ‘split payment’ che rischia di sottrarre alle nostre aziende liquidità e Iva a credito. Né si può condividere la soluzione che sembra prospettarsi di scegliere fra la riduzione del cuneo fiscale e l’innalzamento dell’Iva, che comporterebbe paradossalmente un beneficio fiscale da un lato e una contestuale penalizzazione, dall’altro, nelle prospettive di crescita delle Pmi e in un’ulteriore depressione della domanda interna”.
Confapi nel corso dell'audizione ha anche sottolineato “l’importanza di tutelare il Made in Italy” e "di interrompere “la crescita a due velocità tra Nord e Mezzogiorno”, la “necessità di trovare una valida alternativa ai voucher” e “di implementare la collaborazione tra imprese e formazione per un’alternanza scuola-lavoro che riconosca una sorta di premialità alle aziende che la attuano". Nell'area riservata del sito è possibile consultare il documento presentato.