In questi ultimi anni, Apindustria Venezia ha visto consolidare e sviluppare la sua presenza nel territorio nell’intera Regione Veneto inaugurando i mandamenti di Jesolo, Portogruaro, Quarto D’Altino e San Donà di Piave, nonché le delegazioni di CONFAPI Veneto a Belluno, Rovigo, Treviso e Vicenza.
Il merito di questi risultati va completamente ascritto alla struttura, che ha saputo coniugare competenza, tempestività ed entusiasmo nel gestire una congiuntura che, a partire dal 2008, vuoi per fattori esogeni (la crisi) vuoi per fattori endogeni (il passaggio, a livello Veneto, di alcune territoriali ad altre organizzazioni) si è rivelata particolarmente negativa e difficoltosa.
Abbiamo dovuto affrontare situazioni inusuali, per un’associazione della nostra tipologia, straordinarie, come straordinari sono i fattori caratterizzanti una crisi che troppo spesso deborda da questioni economico – finanziarie a situazioni di vero e proprio disagio esistenziale: numerosi imprenditori non ce l’hanno fatta nel lavoro ed hanno deciso di non farcela nemmeno nella vita.
2200 suicidi, da inizio crisi ad oggi, sono un prezzo intollerabile che abbiamo dovuto pagare, e denuncio, in questa sede, la scarsa propensione, fin quasi all’omertà, dei sistemi di informazione ad occuparsi e denunciare questi fatti: evidentemente questi morti sono scomodi al regime, tutto teso a rassicurare l’opinione pubblica che tutto va bene Madama la Marchesa e così dedichiamo una giornata di lutto e corone di fiori ad ogni ricorrenza tragica, con sermoni di consumati politici e passerelle di ministri affranti; ma per noi nulla di nulla, solo silenzio ed il dimenticatoio.
Anche su questo versante, la struttura di uomini e donne che rappresento, ha avuto la capacità di cogliere questo disagio, laddove si palesava, ed ha saputo coniugare il necessario tecnicismo della specificità del loro lavoro, con solidarietà e vicinanza all’uomo, prima che all’imprenditore: una presenza sul territorio non di burocrati sguinzagliati a raccogliere adesioni e tessere, ma operatori e tecnici completi, che sanno capire il valore del lavoro e di chi lo promuove.
La nostra presenza, ai vertici direttivi nazionali della Confapi, si è affermata e rafforzata, grazie al lavoro dei nostri colleghi veneti impegnati nelle articolazioni gestionali del nostro sistema, nei comitati paritetici e di rappresentanza, grazie alla serietà e competenza del loro lavoro, ma anche grazie ad una attenzione particolare della presidenza nazionale nel saper intercettare potenzialità e bisogni del Veneto, e di esaltarli anziché soffocarli, come invece è successo troppo spesso, sia dalla nostra organizzazione che dalla politica in generale.
Per anni siamo stati considerati un modello produttivo da imitare, da studiare, una sorta di fenomenologia da portare ad esempio a tutto il mondo; quando invece, la realtà dei fatti, è che siamo semplicemente un popolo che ama lavorare, intraprendere e rischiare, per una innata cultura del lavoro prima ancora che per il mero danaro.