Fondo di garanzia, Confidi e strumenti innovativi alternativi al canale bancario sono stati i temi affrontati nel corso del workshop promosso da Confapi Industria Parma, in collaborazione con Confapifidi, che ha visto partecipare diversi rappresentanti delle realtà imprenditoriali del territorio.
Il seminario ha permesso di analizzare gli strumenti di agevolazione nell’accesso al credito, in termini di garanzia pubblica e attraverso il sostegno offerto dai Confidi e illustrando al contempo anche quelli che sono gli strumenti complementari al canale bancario.
Guglielmo Belardi di Mediocredito Centrale S.p.A., Mandataria del raggruppamento temporaneo di imprese Gestore del Fondo di Garanzia e Fabio Cutrera, Direttore di Confapifidi, hanno illustrato il Fondo di garanzia per le Pmi che ha avviato la sua operatività nel 2000 facendo registrare una notevole crescita, particolarmente marcata a decorrere dal 2009. Nel 2016 sono state accolte oltre 114 mila domande di garanzia per un ammontare di finanziamenti attivati pari a 16,7 miliardi e un importo garantito di 11,6 miliardi.
Allo scorso 30 settembre si è registrata una crescita del 5,4% in termini di operazioni accolte e una crescita del 6,1% in termini di finanziamenti attivati rispetto allo stesso periodo del 2016. È stato, inoltre, specificato che qualsiasi tipologia di operazione finanziaria, purché finalizzata all’attività di impresa, può accedere all’intervento del Fondo, con benefici in termini di diversificazione delle fonti finanziarie e di riequilibrio della struttura finanziaria delle imprese. Cinque le classi di merito: sicurezza, solvibilità, vulnerabilità, pericolosità e rischiosità. La logica alla base del riassetto è fissare percentuali di copertura più elevate per le operazioni maggiormente rischiose e più basse per quelle più “sicure” con l'obiettivo di finanziare quelle operazioni che più difficilmente in condizioni normali accederebbero a un finanziamento bancario.
Riccardo Carradori, socio, fondatore, ceo di Factor@Work si è parlato di liquidità immediata smobilizzando fatture commerciali su un canale alternativo a quello bancario a tassi competitivi. La società opera acquistando a titolo definitivo e con notifica di crediti commerciali performing su piattaforme FinTech accreditate. Possono accedere a questa modalità tutte le società di capitali con fatturato annuo di almeno1,5 milioni, che vogliano vendere a titolo definitivo i propri crediti commerciali non scaduti e cedibili, di importo non inferiore a 5.000 euro, nei confronti di debitori con fatturato annuo di almeno 5 milioni.
“Sono stati illustrati – ha spiegato il Direttore di Confapi Industria, Andrea Paparo - strumenti importanti, avvalorati da dati di tutto rispetto. Il seminario ci ha permesso di analizzare un tema particolarmente dibattuto, ovvero il credito e le difficoltà di accedervi che rappresentano, infatti, uno dei maggiori ostacoli alla ripresa economica, in particolare per le piccole e medie imprese che costituiscono una percentuale altissima del tessuto economico provinciale e regionale”.