Il commento del Presidente di Confapi Cuneo, Pierantonio Invernizzi, alla lettera aperta del presidente di Confindustria Cuneo alle famiglie in vista dell’iscrizione dei figli alle Superiori.
“Il futuro è di chi sa cogliere le innovazioni, di chi sa rendere produttive le nuove conoscenze, di chi sa guardare oltre l'orizzonte, dove tutti ci vedono soltanto una linea di confine.
Come Confapi di Cuneo non possiamo che dissentire dalle parole miopi del presidente di Confindustria Cuneo Mauro Gola.
Ma non per partigianeria associativa, per il semplice gusto di affermare il contrario. Dissentiamo prima di tutto come genitori, perché non abbiamo il diritto di arginare i sogni dei nostri figli. ll diploma, qualunque esso sia, è un traguardo di conoscenze alla fine di un cammino intermedio, all'apice della giovinezza. Allo stesso tempo è anche una terra di mezzo che si apre verso l'età adulta, dove è possibile utilizzare quelle conoscenze acquisite come humus vitale di nuovo sapere, più consapevole, più professionale, talvolta rivoluzionario.
Chi siamo noi per chiedere loro di accontentarsi di un titolo di studio, forse gratificante nell'immediato e anche ben remunerato, ma sempre al di qua dell'orizzonte? Chi siamo noi per consigliare loro di rinunciare a osare, di pensare in grande, e magari di cambiare il mondo? Sarebbe un crimine imperdonabile, impedire loro di diventare donne e uomini migliori.
In secondo luogo dissentiamo come imprenditori, perché la nostra missione non è crogiolarci nei successi del passato, bensì trovare valore nelle nuove energie, nelle nuove idee, nelle nuove professionalità fornite dalle Università e dai Politecnici. Orizzonti raggiungibili solamente con il vento della conoscenza.
Che cosa sarebbe la ruota senza tutta la ricerca che ha generato? Soltanto un manufatto ben realizzato con sapiente abilità.
Stride poi, il fatto che il presidente di Confindustria Cuneo si ponga in netto contrasto con le parole del presidente nazionale Vincenzo Boccia: «Le imprese devono essere protagoniste della quarta rivoluzione industriale. Non è solo una questione tecnologica, ma anche culturale». Così ebbe a dire il presidente Boccia in occasione della presentazione dell’indagine conoscitiva su Industria 4.0 della commissione Attività produttive della Camera, un paio d'anni fa.
Inoltre, come si può agevolmente scoprire consultando il sito web di Confindustria, in quel contesto aggiunse anche una frase illuminante, che dovrebbe segnare la rotta di questo cambiamento in atto. «Occorre - disse Boccia - un progetto paese, avviando una stagione di corresponsabilità, dobbiamo essere esemplari e coerenti, avere prima che un'industria 4.0 una testa 4.0.»
Come presidente Confapi di Cuneo mi sento in dovere di chiedere scusa alle famiglie del territorio, per questa voce stonata nel coro della migliore imprenditoria del Nord Ovest, resa grande negli anni da forti passioni, idee geniali e coraggio competitivo”.