(ANSA) - TORINO, 21 MAR - Parte da Torino la protesta dellepiccole e medie imprese: per effetto di cambiamenti nelleprocedure, adesso chi vuole licenziarsi da un'azienda non riescequasi a farlo, mettendo in difficoltà sè stesso e l'impresa. "Il carico di burocrazia che grava sulle imprese e suilavoratori cresce invece di diminuire. Non è certo questa lastrada giusta da percorrere per innescare un nuovo ciclo disviluppo", afferma Corrado Alberto, presidente di Api Torino,che punta il dito sulla politica "incoerente e inefficace" delgoverno. Si tratta dell'effetto di una nuova modalità perrassegnare le dimissioni e per le risoluzioni consensuali deirapporti di lavoro in vigore dal 12 marzo. È infatti prevista acarico del lavoratore - spiega l'Api - la compilazione di unmodulo presente sul sito del Ministero del lavoro attraverso unaprocedura telematica molto complessa (occorre avere il pindispositivo Inps); in alternativa occorre presentare ledimissioni presso un patronato, un'organizzazione sindacale ouna commissione di certificazione per l'accertamentodell'identità del lavoratore. Se non si seguono queste procedurele dimissioni non sono valide. "Questa procedura - dice Alberto - sta rendendo di fattoimpossibile per i lavoratori recedere dai rapporti di lavoronelle tempistiche utili. I sistemi dei patronati non sono prontia dare il servizio perché mancano i codici di accesso al sistemaon line, la normativa è confusa e farraginosa e obbliga ildipendente a dotarsi di codici che non sono di immediatadisponibilità. Con l'aggravante che se il lavoratore non seguela corretta procedura i danni li subisce l'azienda che ècostretta a pagare il ticket licenziamento. A tutto questo, siaggiunge per lo Stato l'onere della Naspi in favore dellavoratore. Anziché procedere nel senso della semplificazione il Governo ha complicato le cose aumentando la burocrazia e icosti delle imprese. Occorre subito un'azione correttiva".