Maurizio Casasco (Confapi)
«Non basta». Maurizio Casasco guida i piccoli e medi imprenditori di Confapi. A chi gli chiede una valutazione sulle misure contenute nel decreto Rilancio risponde allargando le braccia.
Eppure 20 miliardi a sostegno delle imprese e 15 per gli ammortizzatori non sono risorse trascurabili. Si va dal taglio dell'Irap ai contributi a fondo perduto, dall'eliminazione della sugar tax all'ecobonus. Perché non basta? Il ventaglio delle agevolazioni è molto ampio... «Fin troppo, a dire la verità - risponde Casasco -. Meglio sarebbe stato concentrarsi sulle misure che contano, sostanzialmente l'eliminazione delle tasse per le imprese. Prendiamo il bonus per acquistare le biciclette: per alcuni sarà utile ma per nessuno risolutivo. Il problema è l'orizzonte di queste misure - continua Casasco -.
Si tratta di interventi che ci danno sicurezza per i prossimi tre-quattro mesi. Ma poi? Possiamo vivere di soli bonus e cassa integrazione? Prima o poi i soldi inevitabilmente finiranno». Secondo il presidente di Confapi per fare fronte alla situazione servono tre cose. Prima dì tutto più fiducia nelle imprese. «Siamo invasi da una quantità di oneri burocratici, carte e scartoffie. Sarebbe ora di sostituire procedure farraginose con semplici autocertificazioni. Poi si inaspriscano pure le sanzioni per chi non rispetta le leggi». La seconda proposta? «Le tasse alle imprese andrebbero sospese almeno per un anno. Eliminare una rata dell'Irap va bene ma non basta». «Infine - conclude Casasco - bisogna andare alla radice del problema. Le aziende non hanno ordini. Per questo serve un nuovo new deal, come dopo la crisi del '29. Investimenti pubblici per fare ripartire la domanda e la macchina produttiva del Paese».