L'idea di congelare lo scudo 15 giorni per disegnare la riforma della cassa.
Il ministro vede le categorie: misure ad hoc per i settori più colpiti dalla crisi.
Mini-proroga o blocco selettivo - Orlando al bivio licenziamenti cresce il pressing delle imprese
L'idea di congelare lo scudo 15 giorni per disegnare la riforma della cassa
Il ministro vede le categorie: misure ad hoc per i settori più colpiti dalla crisi
Una mini proroga generalizzata del blocco dei licenziamenti, per definire nel frattempo un nuovo sistema di ammortizzatori sociali o un intervento che già dal primo aprile lasci lo stop solo alle imprese che utilizzano la cassa integrazione Covid. È il bivio davanti a cui si trova al momento il neo ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Lui non si sbilancia e nei prossimi giorni ne discuterà con gli altri ministri. L'estensione selettiva del divieto, solo alle aziende in sofferenza, è una strada che in un governo con più anime trova degli estimatori e toccherà a Mario Draghi fare la sintesi, probabilmente anche in base a come evolverà il virus. Al termine del secondo giro di confronto con le parti sociali, Orlando ha ribadito l'obiettivo di arrivare in due settimane a «un documento con un impianto di riforma sul tema degli ammortizzatori e a un’agenda di lavori e di priorità». Il ministro ha incassato l'apprezzamento sul metodo improntato «al massimo confronto e all'ascolto» (tranne da Confindustria che preferiva un tavolo unico) e ha annunciato «politiche specifiche e mirate per fare in modo che l'impatto della pandemia» su settori come quello del commercio «non provochi piaghe incurabili». Occorre «aiutarli e accompagnarli» nel futuro. «Credo che il nostro compito sia costruire insieme una prospettiva —ha scritto il ministro su Facebook— provando a prevedere il dopo».
La campagna d'ascolto
Ieri il ministro Orlando ha proseguito gli incontri in videoconferenza con le parti sociali. Oltre a Confindustria sono state chiamate a dare un contributo Cisal, Confsal, Ugl, Usb e le associazioni delle imprese Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Casartigiani, Cna e Alleanza delle cooperative. Le organizzazioni hanno chiesto compatte il rinnovo degli ammortizzatori e il blocco dei licenziamenti. Più sfumata la posizione di Confartigianato, Confapi e delle coop che hanno proposto un allentamento graduale dello stop. Proprio l'idea avanzata dalle coop era già presente sul taccuino di Orlando. Si tratta di prevedere un regime differenziato: l'impossibilità di licenziare per le aziende che utilizzano i sussidi Covid, l'opportunità di farlo per quelle che non li usano. Una misura non lontana dal modello spagnolo, ben presente al dicastero di via Veneto, che vieta gli esuberi per i sei mesi successivi alla fruizione dell'ammortizzatore.
II nodo risorse
Domenica i leader di Cgil, Cisl e Uil sono stati espliciti con il ministro Orlando: il blocco dei licenziamenti va prorogato per evitare un disastro sociale. Il precedente governo aveva preso l'impegno (sulla parola) di estenderlo fino a giugno e tra i sindacalisti qualcuno crede che si possa arrivare ora a un rinvio a settembre. Confindustria ha insistito sull'esigenza di graduare l'uscita dal blocco, prolungando lo scudo per le attività che hanno subito delle limitazioni per legge, ma togliendo vincoli alle aziende pronte a ristrutturare e ripartire. L'esecutivo è tutt'altro che sordo a questa ipotesi. Bonomi sa che lo Stato non può permettersi di mantenere la cassa gratis per tutti ancora a lungo e conta sull'impegno in prima persona di Mario Draghi. Fu il premier, durante le consultazioni, a dire che il sistema dei contributi a pioggia va superato. Il banco di prova sarà il quinto Decreto Ristori, la prima misura economica del nuovo governo. Sul piatto ci sono 32 miliardi e 10, secondo la bozza preparata dall'ex ministro Roberto Gualtieri, erano stati riservati per altre 26 settimane di cassa e bonus vari.