Intervista Pierpaolo Bombardieri
 
Rosaria Amato
 
Sì alle vaccinazioni nelle fabbriche e a tutte le iniziative che possano «accelerare le operazioni per tutta la popolazione». Il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri rivendica anzi una "primogenitura" sindacale della proposta lanciata ieri su Repubblica dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi: «Durante l'incontro con il ministro del Lavoro, il 14 febbraio, è stato anzi proprio Casasco, il segretario della Confapi, a proporlo a Orlando».
 
 
Sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori quindi non ci sono divergenze tra sindacati e organizzazioni imprenditoriali?
 
«Penso che la convergenza su questo progetto dimostri anzi che le parti sociali sono disposte a fare la propria parte nella gestione dell'emergenza, e che sia il momento di metterci seduti intorno a un tavolo con il governo. Ad oggi ancora i vaccini non ci sono per tutti, ma prima o poi arriveranno, e a quel punto dobbiamo farci trovare pronti per distribuirli il prima possibile».
 
 
I protocolli perla sicurezza nei posti di lavoro stanno funzionando?
 
 
«Sono stati accordi molto complicati, ricordo di aver lasciato il tavolo più volte durante le trattative, ma ritengo che alla fine sul tema della sicurezza le parti sociali abbiamo mostrato la capacità di interpretare i bisogni del Paese. Rimane aperta la questione dei precari: c'è differenza tra una fabbrica con una forte presenza sindacale e i posti di lavoro dove i lavoratori sono sfruttati. A Bologna abbiamo provveduto noi ai tamponi per i rider»
 
 
C'è anche il problema della sicurezza degli smart worker.             
 
 
«Lì c'è anche una questione di organizzazione del lavoro: perché lo smartworking diventi volano dello sviluppo noi pensiamo che si possa ragionare in termini di valutazione della produttività sulla base del raggiungimento degli obiettivi, e quindi si potrebbe prospettare una riduzione dell'orario, a parità di retribuzione».
 
 
Le questioni più urgenti sul tavolo sono la proroga del blocco dei licenziamenti e la riforma degli ammortizzatori sociali.
 
 
«Il blocco dei licenziamenti serve ancora a garantire ai lavoratori e alle lavoratrici la tranquillità per attraversare questo periodo pesante. In attesa della riforma degli ammortizzatori sociali, che deve garantire una copertura a tutti, ma con un contributo da parte dei settori di provenienza, altrimenti il rischio è che si scarichi tutto sulla fiscalità generale, il che non significa rafforzare il sistema, ma indebolirlo».
 
 
Voi siete stati convocati da Draghi già in sede di consultazione: un segno di attenzione?
 
 
«Io sono cauto, perché in una situazione così drammatica aspetto di verificare quali saranno le effettive politiche economiche e sociali del governo. Abbiamo apprezzato che Draghi ci abbia convocati subito, ma il giudizio è sospeso. Ogni giorno ascoltiamo lavoratori e lavoratrici che hanno perso la speranza nel futuro, equini non riesco ad essere ottimista. Spero che le teorie di Draghi siano quelle del professor Caffè, e non quelle delle politiche di austerità e del patto di stabilità».