La mediazione tentata dal premier Mario Draghi trova opposizione da parte di Cgil, Cisl e Uil che chiedono lo slittamento a fine anno
 
Si alza lo scontro fra sindacati e Confindustria sullo stop ai licenziamenti. Il blocco resta fissato al 30 giugno e salta la proroga al 28 agosto. È confermata la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria senza dover pagare le addizionali fino alla fino alla fine del 2021, ma con l'impegno a non licenziare. Allo sforzo di sintesi fatto dal premier Mario Draghi per mettere d'accordo le diverse posizioni nel governo sulla questione  i sindacati rispondono dalle barricate, con il  segretario generale della Cgil Maurizio Landini che avverte, «La partita non è chiusa».  Gli industriali si sono mostrati contrari all'estensione del divieto di licenziare e sostenitori di una riforma degli ammortizzatori sociali. Ma i  segretari generali di Cgil, Cisl e Uil — Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri — vedono la posizione di Confindustria pericolosa.  
Da settimane le sigle sindacali continuano a chiedere che la proroga arrivi almeno fino a fine ottobre, il tempo necessario per completare la riforma degli ammortizzatori, garantendo una copertura universale a tutti i lavoratori, e per rilanciare le politiche attive. Per Landini "rimane il rischio che dal primo luglio ci possa essere chi licenzia. Il messaggio che viene dato, avendo ascoltato un po’ troppo Confindustria, è che i problemi si risolverebbero con la libertà di licenziare, un messaggio sbagliato". Per il leader della Cgil "la partita non è chiusa, perché non vogliamo trovarci di fronte a migliaia di licenziamenti". Bombardieri tuona: "In questa settimana mentre noi chiediamo zero morti sul lavoro, qualcuno chiede zero diritti e sono le stesse associazioni datoriali che, in questo anno, hanno avuto il 74% dei finanziamenti dello Stato a favore delle aziende. Venerdì saremo in piazza per far sentire la nostra voce". Dal fronte imprenditoriale Corrado Alberto, presidente di Api Torino e componente della Giunta di Presidenza di Confapi parla chiaro: "Il blocco dei licenziamenti - dice a LaPresse - è evidentemente una misura straordinaria che non può essere mantenuta all'infinito. La possibilità di usufruire della cassa integrazione ordinaria senza addizionali fino alla fine del 2021 è d'altra parte una buona possibilità a disposizione per conservare la forza lavoro delle imprese. E’ necessario comunque proseguire lungo la strada della riforma del sistema degli ammortizzatori sociali che preveda strumenti di competitività più efficaci". Per il numero uno di Api Torino è evidente "che il tema del lavoro e della salvaguardia della produttività delle imprese, anche delle Pmi, passa non da provvedimenti di legge ma dalla ripresa dell'economia e quindi da misure di politica industriale e di politiche attive del lavoro diverse da quelle finora ad oggi adottate, con un maggior coinvolgimento del mondo delle imprese”.