Contratti di lavoro Pmi della meccanica, arriva un aumento di 104 euro
 
 
Nelle trattative per il rinnovo dei contratti di lavoro (si veda il Sole24Ore del 21 maggio) spunta un nuovo accordo per 420mila lavoratori. Sono le tute blu delle piccole e medie imprese associate a Unionmeccanica-Confapi che, ieri, ha siglato il nuovo contratto con Fiom, Fim e Uilm: i lavoratori avranno un aumento sui minimi di 104 euro mensili (di poco inferiore rispetto al contratto Federmeccanica e Assistal che hanno dato un aumento medio di 112 euro al quinto livello e 100 al terzo): 23 li riceveranno questo giugno, altri 23 lo stesso mese del 2022, 25 nel 2023 e 33 nel 2024. Chi è senza contratto aziendale si ritroverà un elemento perequativo di 485 euro. «Abbiamo tenuto in considerazione le esigenze di competitività delle nostre imprese, senza per questo pregiudicare il reddito dei lavoratori», spiega Lorenzo Giotti, presidente di Unionmeccanica Confapi. La segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David, dice che «l'obiettivo della stagione di rinnovo dei contratti metalmeccanici è di riunificare le condizioni normative e salariali mantenendo l'autonomia contrattuale e le specificità che contraddistinguono i diversi contratti. L'aumento del salario e i miglioramenti normativi sono il risultato di una scelta contrattuale tesa a impedire la competizione sui diritti e sul salario dei metalmeccanici».
 
 
Il welfare
 
Roberto Benaglia, segretario generale della Fim Cisl sottolinea che «l'intesa raggiunta è importante non solo per i contenuti ma anche per il significato simbolico che essa rappresenta» in questo particolare momento. E proprio per questo «vale il doppio». Oltre all'aumento «vengono irrobustiti welfare, salute e sicurezza, formazione e misure contro la violenza sulle donne - continua Benaglia -. A cui si somma una potenziata bilateralità su cui dovremmo continuare a lavorare». Dal 2022 ci sarà infatti anche un aumento da 150 a 200 euro annui per i flexible benefit per l'acquisto di beni e servizi. Viene ritoccata all'insù anche la sanità integrativa: dal 1° gennaio 2022 il contributo passerà da 60 a 96 euro all'anno, in 12 quote da 8 euro al mese, a totale carico dell'azienda. Saranno coperti anche i familiari a carico. Rocco Palombella, segretario generale della Uilm-Uil, parla di «un'iniezione di fiducia al settore industriale in una situazione complicata. Dalla ripartenza dell'industria dipende la ripresa del nostro Paese. Per questo abbiamo voluto mandare un segnale importante ai lavoratori, andando ad aumentare i salari, il welfare contrattuale e la sanità integrativa».