«Per l'emergenza possiamo intensificare l'estrazione da impianti esistenti ma puntiamo sulle rinnovabili, basta burocrazia. Ora confronto col governo e scostamento».
«Sul percorso delle rinnovabili dobbiamo superare intoppi, scartoffie e burocrazie. Il governo deve avere più coraggio su questo, non è il momento di essere timidi sulle semplificazioni. Al Paese serve "un'autostrada verde" per investimenti massicci in rinnovabili con ricadute positive peri conti di imprese e cittadini». Il presidente del M5s Giuseppe Conte è reduce da una mattinata dedicata al tema delle rinnovabili con il convegno "Transizione energetica: proposte e strumenti per rilanciare il comparto produttivo" cui hanno partecipato Confindustria, Confapi, Confcommercio e Cna. «Non possiamo decidere solo nelle stanze della politica», dice al Sole 24 Ore tirandole fila della giornata alla vigilia dell'importante Consiglio dei ministri di domani che dovrebbe approvare un primo decreto energia per dare sollievo a famiglie e imprese. Nell'immediato c'è la guerra in Ucraina e le sanzioni contro il gas russo da cui l'Italia dipende più di altri Paesi europei. E allora «sì alla ricerca di fornitori alternativi di gas». Ma Conte fa un passo in più, incrinando tabù storici del M5s: «Sì anche ai rigassificatori galleggianti per convertire il gas liquido degli Usa e sì a una maggiore estrazione di gas dai nostri impianti già in funzione». «L'importante chiosa l'ex premier è che gli investimenti veri si facciano sul futuro, ossia sulle rinnovabili. Non possiamo tornare a investire sui combustibili del passato». Quello che l'ex premier si aspetta ora dal governo, da qui al Consiglio dei ministri, è «un momento di confronto approfondito» per decidere come dislocare le risorse a disposizione. E torna a chiedere uno scostamento di bilancio: «La situazione è tale che uno scostamento appare inevitabile». Non solo. Occorre, dice, «trasferire risorse da settori che in questa fase di emergenza hanno conseguito guadagni extra, fuori dalla logica di mercato». Una patrimoniale? «Mano, non diciamo sciocchezze. Non parliamo di patrimoniali, ma quelle risorse vanno date a famiglie e imprese. Che altrimenti non vanno avanti». Le richieste del primo gruppo parlamentare al governo sono appunto un intervento su extraprofitti e accise carburanti, il superbonus energia per le Pmi con un credito di imposta all'8o% su progetti di autoproduzione energetica rinnovabile e l'electricity release per dare energia rinnovabile a prezzo fisso: «Uno strumento concreto dice Conte che determina la riduzione del costo dell'energia per le industrie attraverso l'impiego di nuova capacità di energia rinnovabile». Bisogna poi accelerare anche sul fronte delle detrazioni green: «Possiamo aumentare a165% le detrazioni sul fotovoltaico e sui nuovi sistemi di accumulo per impianti già esistenti». Tutti temi, questi, sui quali c'è un'asse con il mondo produttivo. Così come sulla difesa del Superbonus no% all'edilizia che ha dato «una forte spinta al Pil, con più di i,6 punti». Ma la giornata è stata dedicata anche a ragionare di una prospettiva per il futuro, da costruire subito. «La convinzione dice Conte è che nel giro di pochi mesi, massimo un anno, l'Italia riesca a compiere la svolta energetica. Serve una ricognizione dei vari comparii e filiere produttive per prefigurare l'impatto della guerra in Ucraina, già ora grave, anche a medio e lungo termine. Non possiamo limitarci a rimedi-tampone, ma occorre allargare i nostri sforzi a interventi strutturali verso la transizione ecologica», assicura l'ex premier, che sta preparando forse già per la prossima settimana la nuova votazione on line sulla sua leadership per uscire dal "congelamento" imposto dal Tribunale di Napoli.