Il generale Pasquale Angelosanto è il comandante del Ros, reparto d'eccellenza dell'Arma dei carabinieri che festeggia oggi il 208° anniversario, specializzato nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. 

Angelosanto, la pandemia ha lasciato una crisi economica, ci aspetta un autunno caldo di tensioni sociali?
«La pandemia e le conseguenti crisi economica e sociale stanno incidendo negativamente sulla stabilità del tessuto socio-economico del Paese, nonostante l'adozione da parte del governo di ampie e diversificate forme di sostegno. L'evolversi della situazione va attentamente seguito per evitare che si ripetano episodi di ribellione violenta, come accaduto nei mesi scorsi sotto la spinta di una diffusa propaganda sobillatrice, anti-sistema e complottista, compiuta in modo trasversale da eterogenei gruppi appartenenti a opposte ideologie accomunati prima nella lotta contro la cosiddetta "dittatura sanitaria" e ora nella contestazione alle misure economiche».

Le frange estremiste di destra e di sinistra possono strumentalizzare le tensioni?
«Il rischio esiste, come si è già registrato durante l'emergenza sanitaria quando le pur legittime proteste sono state abilmente convogliate in attacchi contro le forze dell'ordine, strutture pubbliche e finanche sedi istituzionali, tipo l'attacco alla sede della Cgil. Un ruolo importante è stato svolto dalle attività di propaganda, amplificate attraverso i social network, ascrivibili alla regia di formazioni dell'estrema destra e a frange anarco-insurrezionaliste e della sinistra radicale». 

Gli effetti della guerra in Ucraina accentuano la crisi economica già in atto. In che modo questo si può ripercuotere sulle tensioni sociali?
«La situazione bellica ha innescato paralleli fermenti e proteste di settori antagonisti contro le politiche del governo e dell'Unione europea, anche per le forniture di armi a favore dell'Ucraina e per le sanzioni adottate contro la Russia».

Quanto è forte in Italia il rischio che venga strumentalizzato il delicato rapporto Nato-Russia?
«Nelle aree dell'antagonismo massimalista, la guerra in Ucraina sta rafforzando i mai sopiti sentimenti antimilitaristi, ora declinati in chiave antiatlantista e anti-Nato, ascrivibili a formazioni di ispirazione marxista-leninista e anarco-insurrezionalista attestate su posizioni filo-russe. La situazione fa registrare anche l'attivismo di compagini di estrema destra che, in un'ottica antiliberista e antiglobalizzazione, esprimono avversione verso le istituzioni europee e in particolare riguardo alla Nato. Tali posizioni dovranno pertanto essere attentamente seguite sul piano preventivo e, a seconda del profilo di rischio, su quello investigativo».

Cosa può fare il Ros per arginare il rischio di cyber attacchi?
«Occorre attenzione nel diffuso tessuto cyber riconducibile sia alle grandi aziende sia alla piccola e media imprenditoria, strettamente innervato nella rete infrastrutturale critica. Nel 2021, l'Arma dei Carabinieri ha sottoscritto un protocollo d'intesa con la confederazione delle piccole e medie imprese (Confapi) con l'obiettivo di raggiungere un'accettabile coscienza del valore strategico che la sicurezza cyber riveste nell'economia generale del nostro sistema di imprese. A questo progetto contribuisce il Ros che, sul fronte investigativo, guarda da tempo al mondo della rete con estrema attenzione, adeguando i propri dispositivi operativi per fronteggiare l'uso strumentale dei sistemi telematici nelle attività delittuose, anche di natura terroristica».

Quanto è forte il pericolo di un incremento dei foreign fighters italiani?
Il fenomeno dei cittadini italiani che partecipano alle ostilità nel teatro ucraino è presente nello scenario nazionale, anche se con numeri non Importanti e preoccupanti. Si registrala partecipazione alle ostilità di appartenenti all'estrema destra e alla sinistra marxista-leninista, entrambi su posizioni filo-russe e anti-Nato, così come altre frange della stessa destra radicale parteggiano per le unità militari ucraine, in chiave identitaria, a tutela dell'integrità territoriale del Paese. C'è il rischio del rientro dei foreign fighters per la loro acquisita capacità militare (utilizzo di armi, esplosivi e tecniche di guerriglia), sfruttabile per eventuali programmi criminali da attuare in Italia. Il Ros è impegnato costantemente in attività informative e investigative focalizzate su questa particolare riedizione dei "returnees" già conosciuti in relazione ad altri teatri di conflitto».

In che modo è possibile vigilare sull'elargizione dei fondi Ue previsti dal Pnrr?
«Per garantire che i fondi del Pnrr non siano intaccati dalle mafie è necessario che l'imprenditore non ricerchi contatti con le organizzazioni criminali per aumentare la competitività grazie all'apporto mafioso, specie di liquidità. Poi è necessario che si sfruttino al massimo il sistema antimafia nazionale e la prevenzione avanzata, in grado di cogliere anticipatamente gli indicatori dell'operatività mafiosa, anche negli ambiti economico-amministrativi permeati in maniera silente».