Confapi, intesa per le pmi

Poche ore per capire se questo vertice diventerà un lascito, un'eredità per chi raccoglierà a Palazzo Chigi il suo testimone nei prossimi mesi. Tra una transizione energetica obbligata dall'emergenza climatica e l'incubo di una pesante 'pressione migratoria alimentata da ciò che Mario Draghi davanti al presidente algerino Abdelmadjid Tebboune rivendica come priorità di politica estera: evitare una «crisi alimentare catastrofica» se non dovessero essere sbloccate le rotte dei cereali nel Mar Nero. Poche ore per capire se c'è una maggioranza in grado di sostenerlo: Soprattutto se rimane l'agibilità politica per governare i pochi mesi che restano alla fine della legislatura. L'ambizione che il «partenariato energetico privilegiato» con l'Algeria porta con sé è anche quella di convertire l'Italia in una piattaforma di gas per l'Europa. Garantendo stabilità nel Mediterraneo grazie ai buoni uffici costruiti con Algeri per gestire «la crisi libica». Le rotte del metano hanno rovesciato la geopolitica come un calzino: con l'Europa per anni proiettata sul fronte Est e ora appesa alle forniture dal Maghreb. La «clausola di forza maggiore» invocata ieri da Gazprom per giustificare la mancata garanzia delle forniture è il segnale definitivo che l'Europa temeva: è necessaria la solidarietà tra i Paesi con meccanismi di condivisione del metano. Con flussi inversi da Sud verso Nord finora solo abbozzati, mentre la Germania sta già intaccando gli stoccaggi per alimentare la domanda di case e fabbriche nel periodo in cui dovrebbe riempirli. Mosca non può (e probabilmente non vuole più) garantire forniture costanti. Ufficialmente lo fa per «circostanze straordinarie al di fuori del suo controllo», ha rivelato una lettera del monopolista russo datata 14 luglio. Mancherebbero due giorni alla riapertura del gasdotto Nord Stream 1 e solo ieri, secondo il giornale russo Kommersant, è arrivata la turbina Siemens per via aerea. La centralità del Mediterraneo diventa ora per il presidente algerino un'occasione storica per assumere un maggiore potere negoziale. Può accrescere le entrate rinegoziando a piacimento i contratti con i clienti, ma aprendosi anche agli investimenti diretti dall'estero per progetti di esplorazione di gas naturale, l'oro su cui è seduta l'Algeria. Così Tebboune ieri ha annunciato trionfante un progetto da «4 miliardi di dollari» per un nuovo progetto di estrazione che si aggiunge all'aumento massimo dei transiti verso Mazara del Vallo. Oggi ad Algeri volerà l'amministratore delegato dell'Erti, Claudio Descalzi, per mettere a terra la collaborazione con i vertici della francese Total e dell'americana Occidental. Qui nessuno nasconde che Roma ha preso un posto in prima fila mentre l'Algeria rompeva con la Spagna sulle forniture. Ma la cooperazione va giocata su diversi fronti perché le rotte energetiche creano amicizie (e nuove rivalità) ad ogni battito di ciglia e occorre farsi trovare pronti. Ieri i flussi giornalieri di gas russo verso la Cina hanno toccato il record storico sulla rotta siberiana. Si capisce perché Italia e Algeria hanno firmato 15 accordi: dal farmaceutico ai trasporti, dalle rinnovabili fino alla cooperazione giudiziaria per prevenire attività di proselitismo nelle carceri. Con una maggiore sinergia tra le piccole imprese, accordo firmato da CONFAPI.