Il Governo alza gli scudi contro la crisi e porta a 14,3 miliardi di euro le risorse in campo per il nuovo decreto Aiuti che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Un tesoretto accumulato ha detto il ministro Franco grazie alle maggiori entrate incassate dallo Stato in questo periodo. Nei primi sei mesi dell'anno, spiega la sua relazione al Parlamento che certifica l'assestamento di bilancio, nonostante l'evolversi della situazione internazionale, il quadro tendenziale di finanza pubblica ha registrato un sostanziale miglioramento. La previsione dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche per il 2022 risulterebbe infatti inferiore di 0,8 punti percentuali di Pil. L'esecutivo quindi chiederà l'autorizzazione per utilizzare le risorse di questi spazi finanziari per un provvedimento urgente per contrastare gli effetti su famiglie, imprese ed enti pubblici dell'aumento dei prezzi dell'energia, dell'inflazione, del protrarsi del Covid-19, dell'emergenza siccità. Una parte degli interventi andrà alle amministrazioni centrali, come ristoro per le risorse utilizzate a copertura dei provvedimenti di urgenza adottati per l'abbattimento degli oneri di sistema sull'elettricità e sul gas disposto per il terzo trimestre dell'anno. «Il Governo non si ferma, ha ancora tanto da fare» sembra aver affermato Draghi, ragionando sul perimetro ampio che si è dato l'esecutivo da ora fino all'insediamento delle nuove Camere. E quindi Palazzo Chigi marcia a ritmo serrato, allargando il più possibile il raggio del confronto «per fronteggiare la flessione dell'economia e una stagione autunnale che avverte l'ex presidente della Bce si attende molto complessa». Ieri il premier ha incontrato le associazioni datoriali dell'agricoltura e dell'artigianato Cna, Cia-Agricoltori, CONFAPI, Coldiretti, Confagricoltura, Confimi, Confartigianato insieme ai ministri Franco, Giorgetti, Orlando, Brunetta e Patuanelli. Un tavolo multifocale, che in poco più di un'ora ha spaziato dagli interventi urgenti sul gasolio agricolo, all'emergenza manodopera nei campi e all'agrifotovoltaico, dalla ristrutturazione delle bollette per le Pmi strozzate dal caro energia alla necessità di una soluzione per le aziende - 30 mila secondo i calcoli di Cna - in bilico dopo aver anticipato il costo delle ristrutturazioni con il superbonus. L'impegno promesso da Draghi sembra aver convinto e soddisfatto le categorie. Oggi sono attesi Confesercenti, Confcommercio, Federdistribuzione, alleanza Cooperative, Federterziario, Confservizi, Confetra, ma soprattutto i leader di Cgil, Cisl e Uil.