Il fronte dei crediti fiscali sui bonus edilizi, rimasti bloccati per il decreto del governo che teme una mazzata sui conti. Nel vertice prime aperture sulla soluzione preferita da Ance (costruttori) e Abi: maglie più larghe sulle compensazioni con gli F24 versati in banca. Ma ancora non c'è una decisione. Conte (M5 s): «Gli effetti sui conti? Una balla colossale». E la Lega manda un avvertimento sulle nomine a Meloni, nel timore che decida tutto da sola: «Serve un cambio di passo per Eni ed Enel». Carucci, Petrini e Pini nel primo piano a pagina 8 Le strade per sbloccare i crediti Il governo si confronta con banche e imprese (soddisfatte solo «a metà» ) per trovare soluzioni alla "bolla" dei 19 miliardi incagliati Aperture sulle compensazioni. fiscali con gli F24, la proposta formulata da banche e costruttori. Conte: una «colossale balla» sui conti NICOLA PINI Roma L, impegno a trovare soluzioni per i crediti incagliati già accumulati dalle imprese. Insieme alla conferma che per il futuro il governo chiuderà i rubinetti della "moneta fiscale': salvo forse qualche eccezione a tutela delle fasce più deboli, quelle che senza cessione del credito saranno inevitabilmente tagliate fuori dalle detrazioni fiscali, e dei lavori legati alla ricostruzione post sisma. L'incontro sul superbonus a Palazzo Chigi finisce così. Dopo gli allarmi lanciati e le proteste qualche promessa il fronte delle imprese delle costruzioni la porta a casa. Ci sarà un tavolo tecnico per trovare una via uscita sui crediti incagliati. A partire dalla possibilità per le banche di scontare parte dei crediti, compensandoli con i pagamenti fiscali dei loro clienti con i modelli F24: una proposta che Abi e Ance hanno lanciato da tempo e che durante la discussione della legge di bilancio era stata proposta sia dal Pd che da Azione e che ora l'esecutivo prenderebbe in considerazione. «Il governo ribadisce il suo impegno a trovare le soluzioni più adeguate per quelle imprese del settore edilizio che hanno agito correttamente», recita il comunicato diffuso al termine dell'incontro. Al tavolo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, con il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano e il ministro per l'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, esprime la «ferma determinazione» a «sgonfiare la bolla» dei crediti incagliati, un affare da 19 miliardi. Si cercheranno soluzioni «tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma». Soddisfatti a metà gli operatori del settore. «Apprezziamo la disponibilità al confronto, le ipotesi prospettate sono un primo passo, ma non ancora risolutive», commenta il presidente di Confartigianato Marco Granelli. Oltre alla compensazione da parte delle banche con il F24, le associazioni chiedono di prevedere un acquirente pubblico di ultima istanza perla parte dei crediti non acquisita e di far slittare la data entro cui è necessario aver presentato la Cila (comunicazione di inizio lavori), per non perdere l'ultimo treno della cessione del credito. Una tagliola che il Dl ha fissato al 16 febbraio. «Abbiamo chiesto di portare da 4 a 10 anni la detrazione dei crediti che permetterebbe di evitare il rischio che le aziende li perdano, e che si possa attivare un prestito ponte con la cessione dei crediti da parte di Enel e Eni», ha aggiunto il presidente di Confapi, Cristian Camisa. «C'è grande consapevolezza da parte del governo che vanno sbloccati i crediti pregressi, quindi un'apertura all'F24 che era una proposta nostra», ha osservato la presidente dell'Ance, Federica Brancaccio secondo la quale si ragiona anche «sulla possibilità eventualmente di consentire ancora lo sconto in fattura per alcune fasce di reddito e per gli incapienti». «Soddisfatti a metà», aggiunge il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa. Sugli F24 «il ministro ha dato speranza. Per il futuro abbiamo chiesto una fase transitoria un po' più lunga e poi di mantenere la cessione del credito per gli interventi antisismici e le barriere architettoniche». Il governo ha dato disponibilità ad approfondire le proposte ma senza prendere impegni sp edifici sui meccanismi, che dovranno essere vagliati soprattutto in relazione all'impatto sui conti pubblici. Sarebbe già tramontata invece l'ipotesi della cartolarizzazione dei crediti già ceduti, avanzata la scorsa settimana da FdI. Intanto la polemica politica non si ferma. Ed è soprattutto Giuseppe Conte, che da premier nel 2020 fece partire il superbonus e la cessione dei crediti, ad alzare la voce: «È gravissimo che sia Meloni sia Giorgetti parlino di buco nel Bilancio. E irresponsabile. Hanno presentato la Nadef, approvato la legge di Bilancio e di questo buco non c'è traccia. O stanno dicendo il falso, o hanno elaborato documenti pubblici falsi. Il vero buco lo farà questo decreto con 130mila occupati in meno», tuona illeaderM5s. Nelle prossime settimane fa sapere intanto la Commissione Ue, Eurostat e Istat, «decideranno insieme» come considerare i crediti generati dal Superbonus nel calcolo del deficit © RIPRODUZIONE RISERVA, IL VERTICE L'incontro a Palazzo Chigi dopo le proteste per il Dl, ma è confermato lo stop alle cessioni Ci sarà un tavolo tecnico sulle vie d'uscita allo stallo L'ipotesi di una deroga per le fasce deboli e per le norme post sisma LE IPOTESI SUL TAVOLO Cartolarizzazioni L'idea ricalca l'operazione fatta dall'ex ministro Giulio Tremonti negli anni 2000. Si tratta di raggruppare tutti i crediti bloccati in una cosiddetta "società veicolo", deputata a reperire i fondi per comprarli e far partire i cantieri: questo avverrebbe tramite l'emissione di obbligazioni collegate, messe sul mercato. L'impianto non incontra però il favore del Tesoro, anche per la lunghezza dell'iter autorizzativo da parte Ue e, quindi, dei tempi complessivi. Compensazioni È una soluzione in campo sin dall'inizio, ma mai concretizzata. L'Ance e l'Abi hanno proposto per le banche la possibilità di utilizzare i soldi dei crediti edilizi come compensazione dei versamenti con i moduli F24 che i clienti devono pagare. L'operazione consentirebbe di ampliare i margini di manovra rispetto agli acquisti di crediti fermi nei "cassetti fiscali" delle imprese, che hanno fatto lo sconto in fattura ma poi non hanno trovato acquirenti. Sisma bonus Un'ipotesi che coagula già sufficienti consensi è poi quella di intervenire sull'efficientamento anti-sisma. Il decreto dice che può accedere agli sconti solo chi ha già il preliminare registrato. Come ha sottolineato Federica Brancaccio, presidente dell'Ance, in tal modo si creerebbe però «una disparità tremenda con chi ha già il mutuo deliberato, ma è privo del preliminare registrato. Si tratta di un problema che va risolto».