Dopo giorni di scontro sul Superbonus tra le imprese e il governo, il clima si è di colpo rasserenato. Dall'incontro a Palazzo Chigi con le associazioni di categoria è emersa la soluzione che eviterà migliaia di fallimenti grazie allo sblocco dei crediti incagliati, che si aggirerebbero sui 19 miliardi euro. Come hanno raccontato i rappresentanti delle associazioni di categoria, l'esecutivo ha dimostrato disponibilità alla compensazione di queste somme attraverso gli F24. In pratica, le tasse da versare allo Stato potranno essere scontate dei crediti edilizi bloccati in banca. All'incontro di Palazzo Chigi erano presenti il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente) e Adolfo Urso (Imprese), che in due tavoli separati hanno incontrato prima i rappresentanti di Abi, Cdp e Sace, e poi quelli di Ance, Confedilizia, Confimi edilizia, Cna, Confartigianato Confindustria e Confapi. L'accordo deve ancora essere messo nero su bianco. Ma, come detto, l'intesa di massima c'è. Il governo in una nota ribadisce «la ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi». Poi ricorda che, «partendo dal decreto legge approvato il 16 febbraio», e s'impegna «a trovare soluzioni più adeguate per quelle imprese edilizie che hanno agito nel rispetto delle norme». Inoltre, «tale situazione, che l'esecutivo Meloni ha ereditato riguardante i cosiddetti "crediti incagliati" (cioè i crediti maturati e che il sistema bancario ha difficoltà ad assorbire) verrà esaminata al più presto in un tavolo tecnico al quale saranno presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria oggi intervenuti. Nel tavolo tecnico saranno individuate norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto legge a quello attuale, tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma. Il governo ribadisce la permanenza dei bonus per l'edilizia nella forma delle consuete detrazioni d'imposta dalla dichiarazione dei redditi». In sintesi, la cessione dei crediti è archiviata, mentre si darà la possibilità alle imprese di rientrare di quelli pregressi bloccati in banca. È soddisfatta la presidente dell'Ance Federica Brancaccio: «Il confronto col governo è stato franco e abbiamo avuto una apertura sullo sblocco dei crediti pregressi e quindi all'uso degli F24, ora bisogna agire in fretta. Si è ragionato anche sulla possibilità di consentire ancora lo sconto in fattura per alcune fasce di reddito e per gli incapienti». Sull'eventuale disponibilità di Cdp, invece, «c'è stato solo un accenno», aggiunge. Marco Granelli, presidente di Confartigianato, raffredda questa pista: «Abbiamo caldeggiato l'intervento di Cdp perché i nostri lavori di artigiani sono di piccoli importi poco appetibili al sistema bancario. Questo, mi si dice, non è possibile in questo momento; noi continueremo a chiederlo». Mentre Cristian Camisa, leader di Confapi, fa sapere di aver portato al tavolo anche un'altra proposta, ovvero «un prestito ponte da parte di Eni e Enel, che hanno capienza grazie agli extraprofitti». @RIPRODUZIONE RISERVATA Confronto Sarà istituito un tavolo tecnico che accompagni le aziende «nel passaggio dal regime antecedente al decreto e quello attuale» Il tavolo Sotto, il ministro Giorgetti e il sottosegretario Mantovano, che insieme ai ministri Pichetto Fratin e Urso hanno incontrato i rappresentanti di Abi, Sace, Cdp, Confindustria, Confartigianato, Confapi, Confedilizia, Cna e Ance (LaPresse) 19 Miliardi I crediti incagliati al 16 febbraio che il governo si è impegnato a sbloccare con nuove norme transitorie da mettere a punto.