APPELLO AL GOVERNO In pericolo le filiere produttive nazionali con perdita di migliaia di posti di lavoro. Riflessi negativi che ricadrebbero sui consumatori «No alle misure sugli imballaggi» Le associazioni scrivono alla Meloni per bloccare il regolamento Ue che «penalizza il riciclo»

ANGELA BRUNI

Le nuove misure con cui la Commissione europea vuole tutelare il Pianeta scatenano polemiche e reazioni, in particolare dove viene messo in discussione il sistema del riciclo, tanto che alcune associazioni hanno deciso di scrivere a Giorgia Meloni. «La proposta di Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio se approvata nella sua attuale formulazione provocherebbe effetti pesantemente negativi sulle filiere produttive nazionali e sui consumatori oltre che opposti agli obiettivi di sostenibilità che dichiara di voler perseguire. Mette in discussione il riciclo dove l'Italia è leader e non tiene conto di soluzioni più sostenibili come le bioplastiche totalmente biodegradabili». E quanto scrivono Coldiretti, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Ue.Coop, Fai-Cisl E Uila Uil al presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, ai ministri coinvolti direttamente, ai presidenti dei gruppi politici della Camera e Senato e ai Capi delegazione Parlamento. In particolare, sottolineano le associazioni firmatarie l'attuale Presidenza spagnola sta accelerando il negoziato cercando di far approvare un orientamento generale già al Consiglio ambiente del 18 dicembre e si rende quindi necessaria un'azione per fermare tale proposta che stravolge completamente la strategia finora utilizzata per la riduzione dei rifiuti di imballaggio passando dal principio del riciclo che ha caratterizzato tale strategia negli ultimi anni a quella del riuso. Il nostro Paese è diventato negli ultimi anni punto di riferimento globale nel materiale innovativo riciclabile ed ha già raggiunto in termini di riciclo obiettivi superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi. Rimettere in discussione questo modello rischia di colpire oltre il 30% del nostro Prodotto Interno Lordo. Il danno non sarebbe limitato alle sole aziende degli imballaggi ma riguarderebbe a ritroso filiere fondamentali quali l'intero settore agroalimentare, dalla produzione, alla trasformazione e distribuzione, mettendo a rischio decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro». «Per il settore agroalimentare in particolare, proseguono le associazioni la proposta impatta negativamente il confezionamento stesso dei prodotti, mettendo a rischio gli attuali standard di sicurezza e qualità alimentare, con il conseguente rischio di aumento degli sprechi dovuto alla maggiore deperibilità degli alimenti venduti senza confezione». «Altro esempio rappresentativo sarebbe l'obbligo di passare dal riciclo al riuso nel settore dell'Ho.re.ca. Immaginiamo la difficoltà di sostituire ad esempio, nel servizio d'asporto, le stoviglie monouso riciclatili con materiale in plastica da riutilizzare che andrebbero restituite dal consumatore ogni volta al ristorante di provenienza».