Il Quotidiano del Sud - L'Altravoce dell'Italia - pag.1 / 25-10-2024
Stellantis in affanno mentre corre Ferrari
LA CRISI DELL'AUTO STELLANTIS IN AFFANNO MENTRE CORRE FERRARI
di GIANNI FESTA La crisi dell'automotive pesa e non poco sul mercato e in particolare per Stellantis con un calo di vendite di circa il 26 per cento rispetto al 2023. Dopo lo sciopero nazionale indetto dai sindacati per la crisi del settore si attende ancora la data di convocazione da parte del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il quale, annunciando la convocazione del tavolo con il numero uno del gruppo, Carlos Tavares e gli altri attori del settore, dice: "Stellantis dia all'Italia quello che l'Italia ha dato alla Fiat in questi decenni". a pagina II Aspettado la convocazione del tavolo di Urso STELLANTIS IN AFFANNO MENTRE FERRARI CORRE Il gruppo amministrato da Tavares in difficoltà Da Melfi a Torino tra proposte e licenziamenti DI GIANNI FESTA La crisi dell'automotive pesa e non poco sul mercato e in particolare per Stellantis con un calo di vendite di circa il 26 per cento rispetto al 2023. Dopo lo sciopero nazionale indetto dai sindacati per la crisi del settore si attende ancora la data di convocazione da parte del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il quale, annunciando la convocazione del tavolo con Carlos Tavares e gli altri attori del settore, dice: "Stellantis dia all'Italia quello che l'Italia ha dato alla Fiat in questi decenni". Come dire a Tavares: non si accettano ricatti sull'esborso degli incentivi statali. Abbiamo già dato. I sindacati di categoria, intanto non mollano. "Ci aspettiamo che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenga per Viminediata convocazione del tavolo con Stellantis". Alla voce dei sindacati si aggiunge quella della Confindustria il cui presidente, Emanuele Orsini, osserva che per affrontare la crisi del gruppo,"la risposta deve venire da loro, perché un'azienda multinazionale può e deve contribuire alla sviluppo e al mantenimento della filiera dell'auto nel nostro Paese". Gli fa quasi eco Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e delle infrastrutture il quale si impegna a "fare di tutto per impedire i licenziamenti di Stellantis", ricordando che i contribuenti italiani hanno dato, nel corso degli anni, miliardi di euro all'ex Fiat, oggi in Stellantis. Ovviamente in questi giorni che precedono l'impegno assunto dal ministro Urso per la convocazione della multinazionaie presso Palazzo Chigi, negli stabilimenti del gruppo in Italia si vivono momenti di grande attesa, accompagnati da notevole preoccupazione. E tra i commenti spuntano anche interessanti proposte. IL CASO MELFI Anche nello stabilimento di Melfi, nel potentino, c'è grande preoccupazione per il futuro. Dice l'assessore lucano alle Attività produttive, Francesco Cupparo: "Oggi non è più il momento di nascondersi dietro un dito, ma di essere chiari e concreti su chi ha creato la causa e oggi vuole tirarsi fuori dalle conseguenze che ha creato". E aggiunge: "Sono giorni che purtroppo sulla questione Stellantis assistiamo a polemiche continue". Per salvare il salvabile e rilanciare un'azione propositiva per lo stabilimento di Melfi, Cupparo annuncia che a partire dal prossimo Consiglio regionale "tutti insieme si possa arrivare ad un documento chiaro nei confronti della Commissione Europea che contenga il diniego alla normativa che prevede che dal primo gennaio 2025, come è scritto nel documento Green Deal, ci sarà una ulteriore stretta per quanto riguarda i motori a combustione destinata a produrre gravissime ripercussioni sull'automotive in Italia". "Lavoreremo - afferma l'assessore lucano - affinché si possa costruire tutti insieme il rilancio dello stabilimento di Melfi". Scende in campo anche Vito Bardi, governatore della Basilicata, che auspica un confronto con tutte le Regioni italiane perché "solo attraverso un'azione congiunta si può andare lontano, aumentando il peso nelle relazioni con il governo e la stessa Stellantis". TORINO E LA CRISI Sembra aria da funerale quella che, invece, si respira nella capitale del Piemonte per la crisi Stellantis e le nefaste conseguenze dopo i giorni della Fiat. Lo spiega bene l'ex sindaco di Torino, Chiara Appendino: "Arrivo da una terra, il Piemonte, che sta soffrendo tantissimo per il tema Stellantis. Negli ultimi anni ho girato tanti cancelli delle fabbriche dove ci sono lavoratori che protestano, aziende in crisi la cui casa madre invece fa profitti e delocalizza: quello che raccontano queste persone - afferma Appendino - è la vergogna, la paura di non riuscire a pagare il mutuo, la cassa integrazione che è diventata una forma di schiavitù perché chi riceve il sussidio risulta occupato quindi nel 'boom occupazionale' di cui parla il governo - ma non prende lo stipendio pieno". In realtà, dice Appendino, "il governo fa come con una margherita: la sfoglia e uno a uno toglie i diritti che dovremmo rafforzare". Il pessimismo dell'ex sindaco di Torino trova una risposta con la proposta per rilanciare il settore. La fa il designer Fabrizio Giugiaro che rivendica le potenzialità del capoluogo piemontese nell'automotive. "Ci dispiace avere perso le 1000 auto al giorno che si facevano negli anni Ottanta, ma Torino non ha perso la capacità progettuale a 360 gradi, ha perso la produzione: ma se qualcuno volesse fare un'auto da zero basta che abbia il budget e a Torino gliela possiamo anche produrre". LA POLEMICA DELLA FERRARI Produrre in proprio? Si può fare dicono quelli della Ferrari che non hanno aderito allo sciopero nazionale dell'automotive di qualche settimana fa, ricevendo forti critiche dai sindacati. La risposta di una parte dei sindacati e della stessa azienda è stata netta e decisa. "La verità è che i programmi di Ferrari prevedono solo piani di crescita e sviluppo, piani dei quali continuerà a beneficiare anche l'indotto. Ferrari non sta attraversando nessuna situazione di crisi, ha assunto 1.800 persone in quattro anni mentre in Stellantis si sono persi oltre 14.000 dipendenti per prepensionamenti e incentivi", elencano Bonfatti e Zanetti, segretari della Cisl e della Uil. Se Stellantis "ha ridotto fortemente gli spazi produttivi per tagliare costi (si pensi a Grugliasco o al centro di ricerca di Modena), Ferrari ha un programma di espansione straordinario con piani pluriennali di nuovi modelli e investimenti sul territorio con nuovissime infrastrutture e capannoni industriali innovativi con rilevante riduzione dell'impatto ambientale e sui consumi energetici", LA CONFAPI Dalla organizzazione Confapi, piccole e medie industrie, giunge una richiesta ritenuta interessante. La fa il presidente dell'Associazione Cristian Camisa, il quale propone che lo Stato entri nel capitale della multinazionale per salvare un'eccellenza. "Ciò che ha fatto il governo fino ad oggi, non è sufficiente, c'è necessità di una proposta forte. E' il momento di valutare l'entrata dello Stato nel capitale di Stellantis, attraverso una società veicolo o altro strumento tecnico", dice Camisa che denuncia anche il rischio di una desertificazione dell'indotto che già avverte una crisi di rilievo. In realtà, i nodi posti sul risanamento delle aziende in Italia targate Stellantis, la necessità di evitare i licenziamenti e rilanciare lo sviluppo del gruppo sono tutte risposte che dovranno emergere dal confronto governo-Stellantis. Quando l'annuncio della convocazione del ministro Urso diventerà concretezza se ne saprà di più. Per ora una buona notizia, comunicata da Stellantis: dal prossimo 4 novembre, con la salita produttiva a due turni e mezzo, lo stabilimento di Adessa aumenterà la produzione da 650 a 800 veicoli al giorno, registrando quindi segnali positivi sul mercato dei veicoli commerciali. L'azienda fa sapere che, "comunque permane, nell'ambito della rimodulazione dell'attività produttiva complessiva, la necessità di ricorrere parzialmente alla cassa integrazione dal 18 al 30 novembre. Nello stabilimento di Pratola Serra (Irpinia) dove si producono i motori per i veicoli di Adessa (Chieti) la cassa integrazione interverrà solo per la giornata del 18 novembre.