L'Economia - Corriere della Sera · 04-11-2024

 

L'ALLERTA DEI PICCOLI, IN SALITA LA STRADA PER TRANSIZIONE 5.0

 

Il 58% degli imprenditori non è interessato a investire in questa direzione, secondo lo studio di Confapi: troppe complessità e target irraggiungibili tra le ragioni degli scoraggiati di ISIDORO TROVATO Il sistema delle Piccole e medie imprese italiane regge, produce ed esporta ma non trascura i segnali di difficoltà che nascono da carenza di manodopera qualificata, difficile accesso al credito e farraginoso percorso verso « Transizione 5.0». Questo è lo scenario che emerge dall'ultima indagine congiunturale di Confapi condotta attraverso interviste mirate ad un campione di 2mila imprese dislocate sull'intero territorio nazionale.
Lo studio evidenzia che nel primo semestre del 2024, il 39,37% delle imprese intervistate ha registrato un incremento della percentuale di produzione che rimane un fattore determinante per la crescita del nostro sistema industriale. Molto più complessa è l'analisi sul fatturato delle piccole e medie imprese: il 42,65% delle aziende ha registrato un incremento dei volumi, il 35,54% ne ha registrato invece una diminuzione. Una vera e propria spaccatura tra chi ha saputo superare il guado creato da inflazione e calo dei consumi e chi invece vive ancora una congiuntura complicata.
Tra gli investimenti realizzati, il 62,92% ha impiegato risorse per l'acquisto di beni materiali nuovi. Di questi, il 30,46% su impianti legati alle nuove tecnologie digitali di Industria 4.o mentre i162,25% in altri impianti, attrezzature e macchinari. La finalità di tali investimenti materiali è per il 66,23% in sostituzione di impianti o macchine ormai obsolete e per un 45,03% per progetti di ampliamento. In un simile contesto, diventa interessante il grado di interesse delle Pmi italiane agli investimenti in Transizione 5.0. I158,10% degli intervistati dichiara di non essere interessato ad effettuare investimenti in tal senso, a fronte di un 41,90% degli imprenditori che invece è interessato agli investimenti Transizione 5.o. «Non sono poche le difficoltà riscontrate - spiega il presidente di Confapi, Cristian Camisa - tra coloro che stanno realizzando investimenti legati alla Transizione 5.o e coloro che stanno procedendo alla realizzazione, la maggior parte degli imprenditori ritiene che la normativa sia poco chiara, poi c'è chi segnala procedure troppo complesse e troppo onerose, infine c'è una buona fetta di imprenditori che ritiene che il target da raggiungere per l'efficientamento energetico sia troppo elevato. Rimane però importante l'esistenza di una simile misura per una transizione davvero essenziale per il nostro sistema industriale, a patto che sia più facilmente raggiungibile da parte delle imprese». A trainare l'economia delle Pmi in questo 2024 è sicuramente il mercato interno: il 38,18% dichiara di aver incrementato il proprio fatturato dentro i confini nazionali e di questi, il 28,33%, riferisce incrementi sino al 10%. Però l'export rimane sempre un motore acceso della nostra economia, al punto che il 39,31% degli intervistati dichiara di aver esportato direttamente, mentre il 12,29% segnala invece di non aver esportato ma comunque ritiene che le proprie lavorazioni arrivino sui mercati esteri tramite clienti italiani.
Qualche preoccupazione in più arriva dal comparto automotive che segna il passo da troppo tempo. «Ribadiamo la nostra proposta - sottolinea Camisa - l'ingresso dello Stato nel capitale di Stellantis come già fatto dal governo francese. Abbiamo bisogno del comparto automotive per rimanere competitivi. Le nostre esportazioni sono rimaste sui livelli dello scorso anno nonostante la crisi geopolitica ed è già un grande risultato. Abbiamo una straordinaria strategia di sistema come mai avevo visto in passato, abbiamo grandi potenzialità di crescita malgrado i conflitti in corso. Ma abbiamo anche bisogno di mantenere attivi comparti cruciali come l'automotive e il suo indotto». Altro problema evidente è quello della manodopera. «Facciamo sempre più fatica a trovarne di specializzata - precisa il presidente di Confapi - serve una formazione professionale di più alto livello e un costo del lavoro più basso per poter retribuire meglio i giovani talenti ed evitare che vadano via dall'Italia.
Chiediamo di detassare gli straordinari per tenere alta la produttività e premiare meglio i lavoratori. Infine evidenziamo la necessità di creare un percorso virtuoso di welfare per aiutare i dipendenti ad avere figli e poi continuare ad aiutarli con i servizi per le famiglie. Si tratta di misure essenziali se vogliamo trattenere i giovani e mantenere alto il livello di competitività della nostra economia». Le prospettive Le aspettative delle Pmi su produzione, ordini e fatturato nel secondo semestre 2024 Stabile - 42,25%_L_ 41,19% In calo 40,8% In aumento 16,95% Gli sbocchi Le previsioni di fatturato nelle differenti aree geografiche nel secondo semestre 2024 In calo III Stabile.
In aumento In calo 40,23% In aumento 21,84% In calo 38,35% Extra Ue L'analisi È stato condotto attraverso interviste mirate ad un campione di 2 mila imprese aderenti al sistema Confapi dislocate sull'intero territorio nazionale. Il campione è costituito prevalentemente da industrie manifatturiere dei settori della meccanica, della chimica, del tessile, dell'edilizia, del legno e arredo, dei trasporti, dell'agroalimentare, dei servizi e multiservizi Ue ITALIA In aumento 20,45% 30,66% Quota delle imprese italiane che ha intenzione di effettuare nuovi investimenti Al timone Cristian Camisa, presidente di Confapi, associazione di piccole e medie imprese Il problema della manodopera che non si trova: serve una formazione di alto livello e un costo del lavoro più basso La spaccatura tra le aziende di taglia small: il 42% ha visto i volumi di fatturato crescere, il 35% è andato incontro a una diminuzione.