Roma, 10 Novembre – Maurizio Casasco, Presidente Confapi, ha inviato una lettera ai presidenti di tutti i gruppi parlamentari e ai capigruppo della Commissione V della Camera per invitarli a esaminare una proposta emendativa, elaborata dalla Confederazione che rappresenta le PMI italiane. La proposta arriva dopo l’audizione che Confapi ha avuto venerdì scorso davanti alle Commissioni congiunte di Camera e Senato in merito alla Legge di Bilancio e ha lo scopo di implementare le argomentazioni già esposte in quella sede.
“La nostra proposta – sottolinea Casasco - vuole arginare il grave squilibrio finanziario che subiscono le nostre PMI poiché i tempi medi di pagamento, sia tra privati sia verso lo Stato, sono lunghissimi, ben oltre la media di altri Paesi e ben oltre i limiti stabiliti dalla direttiva europea 2011/7 (Lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali) da noi sistematicamente disattesa”. Questo 'costringe' le piccole imprese a fungere da banche alla grande industria e/o a sottostare ai gravosi costi di factoring, spesso di proprietà delle imprese più grandi.
L’emendamento mira essenzialmente all’adozione anche in Italia del sistema vigente in Francia fin dal 2009. In particolare tale previsione normativa prevede un sistema di sanzioni comminate e incassate dall’Autorità Pubblica al soggetto, persona fisica o giuridica, che violi i termini temporali di pagamento. La proposta di emendamento prevede che le sanzioni abbiano differenti massimali, in relazione al fatto che la violazione sia operata da un privato cittadino ovvero da una persona giuridica privata, e andrebbero a finanziare un fondo utile ad indennizzare le PMI che subiscono ritardi di pagamenti dalla PA. “Questa norma – spiega Casasco – aiuterebbe moltissimo le imprese operanti nel nostro Paese nello svolgimento delle proprie attività quotidiane, combatterebbe le crisi di liquidità e di cassa, ridurrebbe il fenomeno dei mancati pagamenti e genererebbe un riverbero positivo per lo Stato che vedrebbe diminuire i mancati pagamenti dell’IVA da parte delle imprese. Inoltre, la presenza di una norma di questo tipo incentiverebbe le imprese estere ad investire in Italia poiché fornirebbe un perimetro rafforzato di certezze sugli incassi”.