“Centri direzionali e infrastrutture: Terni deve ripartire”
Salvati, Confapi: «In dieci anni persi 20 punti di Pil, bisogna invertire la marcia a cominciare dalla Camera di Commercio»
L'INTERVISTA
Carlo Salvati, presidente Confapi, associazione a cui aderiscono duecento medie e piccole aziende della provincia.
Nei giorni scorsi lei ha incontrato la governatrice Donatella Tesei. Cosa vi siete detti?
«La presenza della Presidente e della giunta qui è stato un segnale importante. Non era mai successo. Io sono convinto che i problemi di Terni si risolvano a
Terni. Sono tanti e, purtroppo, sono gli stessi da troppo tempo: il sistema delle Infrastrutture, l'ospedale, l'università. Non è nè campanilismo nè una rivendicazione
vuota di significato: in dieci anni Terni ha perso 20 punti di Pil».
Ha fatto delle richieste precise?
«Ho fatto una richiesta che è anche stata una provocazione ma non troppo: trasferire due assessorati a Terni. Al Cmm c'è un sacco di spazio. Solo la presenza di due strutture complete alzerebbe immediatamente il Pil».
E la Tesei come l'ha presa?
«Beh, è sembrata sorpresa».
In effetti nessuno aveva mai chiesto questo. E poi?
«Le ho spiegato che Ast ha cominciato a perdere dipendenti dagli anni `90. La disoccupazione, però, non cresceva perchè noi piccole imprese riuscivamo ad assorbire il personale. Ora non ce la facciamo più. E il dramma vero è la disoccupazione giovanile che qui ha delle punte altissime. Rischiamo di perdere questi giovani, è un pericolo grandissimo per il territorio».
Altri punti che ritiene importanti.
«Come detto, le infrastrutture. Poi l'università. Ci voglio due o tre corsi importanti, che attirino giovani. Ingegneria ha degli ottimi laboratori, ma in pochi lo sanno.
Partiamo da quello che abbiamo e cresciamo».
Poi?
«L'ospedale. E' il più vecchio dell'Umbria. E' vero che è attrattivo, ma verso un territorio più povero del nostro. Anche noi abbiamo fatto degli errori: a Terni sono passati primari straordinari. Avremmo dovuto fare di tutto per trattenerli, invece li abbiamo lasciati andare via. Dobbiamo recuperare».
La popolazione della provincia di Terni sta diminuendo e invecchiando.
«Sono del parere che serva anche un riequilibrio territoriale. La provincia di Terni dovrebbe partire almeno da Spoleto, comprendere tutta la Valnerina e fino a Orvieto. Sarebbe molto diverso. Peraltro, Orvieto lo abbiamo troppo trascurato, oggi gravita
nel Viterbese, invece è un territorio che va recuperato, va fatta un riflessione profonda. Un altro errore che abbiamo fatto è stato quello di trascurare il turismo, concentrati come siamo stati a lungo sul polo siderurgico e su quello chimico».
La regionalizzazione, fino a questo momento, è stata a senso unico: spostamento dei centri direzionali verso Perugia.
«Una scelta drammatica per questo territorio che va invertita. A partire dalla Camera di Commercio: va mantenuta su questo territorio. E' un presidio e un servizio indispensabile».