LORENZO ROMIS II presidente di Confapi Liguria ha chiesto un incontro a Toti
 
IL COLLOQUIO
Annamaria Coluccia/ GENOVA

«Noi non vediamo l'ora di far ripartire i cantieri, ma non possiamo farlo in queste condizioni: riteniamo che ci siano ci siano troppa confusione e troppi rischi». A dare voce alle preoccupazioni dei piccoli e medi imprenditori edili è Lorenzo Romis, presidente di Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) Liguria, l'associazione che rappresenta una sessantina di imprese edili liguri, la maggior parte delle quali a Genova, con un migliaio di lavoratori. Un tessuto importante, quindi, per l'economia e per l'occupazione nella nostra regione. «Abbiamo chiesto un incontro urgente al presidente della Regione Toti perché noi abbiamo bisogno di linee guida e indicazioni operative chiare per far ripartire i cantieri spiega Romis In questo momento, invece, ci sembra che ci sia tanta confusione e anche indicazioni contraddittorie fra il livello nazionale e quello locale. E questo espone a troppi rischi lavoratori e imprenditori, finendo con il vanificare anche i sacrifici che tutti abbiamo fatto fino ad oggi». Ad alimentare le preoccupazioni sono soprattutto gli ultimi provvedimenti del premier Giuseppe Conte e del presidente della Regione Giovanni Toti, che la settimana scorsa hanno autorizzato la ripresa di alcune attività lavorative anche nell'edilizia, dopo lo stop dovuto all'emergenza Covid-19. «Dopo aver letto i provvedimenti abbiamo guardato il video registrato dal presidente Toti per spiegare quali erano i lavori edili definiti come "attività libera" o sottoposti a Cila (Comunicazione inizio lavori asseverata, ndr), ma osserva l'imprenditore ci siamo resi conto che, forse, non si è considerato che così si potrebbero mettere in movimento nei prossimi giorni circa 10 mila persone nei cantieri edili. E poi evidenzia alcune indicazioni sono in contrasto con il decreto 81 sulla sicurezza sul lavoro, e anche con quanto previsto dal protocollo nazionale siglato il 19 marzo da ministero delle Infrastrutture, sindacati e parti datoriali». Ma non è tutto. «È anche singolare sottolinea il presidente di Confapi Liguria che l'ordinanza della Regione autorizzi nei cantieri privati una serie di lavorazioni che, invece, non vengono autorizzate negli appalti pubblici, perché manca la categoria di riferimento». E le conseguenze di tutto questo non sono irrilevanti nel settore privato, «perché se un operaio è contagiato dal Covid-19 viene considerato un infortunato sul lavoro per il danno biologico e sot- tolinea Romis il datore di lavoro, il coordinatore per la sicurezza e il committente rischiano anche dal punto di vista penale, con effetti devastanti, perché così si rischia di affossare le imprese che con queste misure si vogliono aiutare. Questo aspetto, però, non viene preso in considerazione». La richiesta di Confapi Liguria al presidente Toti è, quindi, anche quella di intervenire a livello nazionale per chiedere una depenalizzazione per fatti collegati al Covid-19, nel caso di lavoratori contagiati. «Visto che si è deciso di costituire anche una task force».



LORENZO ROMIS PRESIDENTE CONFAPI LIGURIA «La confusione esistente espone a troppi rischi lavoratori e imprenditori, vanificando i sacrifici fatti fin qui»