L'emergenza in FVG
È previsto un comitato paritetico con datori e lavoratori Paniccia: «Si tratta di un aiuto concreto alle imprese»
Nicoletta Simoncello UDINE
Dai turni in mensa alla sanificazione delle strutture, dalla consegna della mascherine all'installazione dei termoscanner per misurare la temperatura: per favorire la sicurezza sul posto di lavoro intesa come presupposto di avvio della Fase 2, sarà creato un Comitato paritetico costituito da datori di lavoro e rappresentati dei lavoratori. È questo il frutto dell'intesa tra Confapi Fvg, l'Associazione piccole e medie industrie del Friuli Venezia Giulia, che riunisce un migliaio di aziende e coinvolge circa 20 mila lavoratori, e le organizzazioni sindacali. L'obiettivo è di garantire la tempestiva riapertura delle aziende e la sicurezza delle condizioni di lavoro degli addetti. Ieri, infatti, nella cornice di un incontro Skype, è stato sottoscritto dal presidente di Confapi Fvg Massimo Paniccia e dai segretari regionali di Cgil, Villiam Pezzetta, Cisl, Alberto Monticco, e Uil, Giacinto Menis, un accordo che definisce l'ambito di applicazione del Protocollo di contrasto al Covid-19 del 14 marzo scorso per le piccole e medie imprese associate della regione. Secondo Paniccia, ieri si è inaugurata una «nuova stagione che vede protagonisti lavoratori, datori e organizzazioni sindacali. In un momento cruciale per la nostra economia, il comitato, che rappresenta un concreto aiuto alle imprese e al mondo del lavoro che è doveroso sopportare, nasce dall'esigenza di dover ripartire nel rispetto delle norme di prevenzione e contenimento del contagio, soprattutto a favore delle imprese più piccole che potrebbero trovarsi in maggiori difficoltà. Il tavolo di lavoro dice il numero uno di Confapi Fvg avrà finalità operative, si riunirà periodicamente e potrà anche veicolare le richieste delle imprese alle istituzioni territoriali e ai comitati scientifici competenti». E ora più che mai, come hanno sottolineato le parti sindacali, impera la necessità «di ricevere indicazioni chiare e rispondenti alle esigenze reali della piccole e medie imprese che, con i loro lavoratori, costituiscono il 95 per cento del tessuto industriale nostrano, sia per struttura organizzativa che per fasi di processo». «Si tratta di un protocollo snello e non burocratico a supporto del mondo dell'imprenditoria e di tutti i lavoratori sottolinea Villiam Pezzetta (Cgil) -. Nulla sarà più come prima. C'è bisogno di concretezza sul posto di lavoro: è positivo che sia Confapi a tirare le fila perché il comparto del Manifatturiero conta aziende delle più svariate realtà che hanno, quindi, esigenze di diversa natura». La ripartenza «ci consegnerà un mondo del lavoro nettamente diverso da quello che abbiamo conosciuto finora rimarca Alberto Monticco (Cisl) -: è per questo che il protocollo getta le basi per il modo di lavorare del futuro nell'ossatura del nostra Paese, e cioè le piccole aziende, con l'auspicio che lo spirito di condivisione permanga sempre». E Giacinto Menis (Uil), chiosa: «Forse quella che ci attende è una vera e propria rinascita del Paese e questo protocollo è il primo importante tassello. L'accordo che, scaturito da un impegno bilaterale, deve essere pilota in un quadro di condivisione e cooperazione complessiva, esorta alla responsabilità di tutti gli attori in gioco». Ed è proprio da questa responsabilità auspicata che nasce l'intesa: «Il protocollo è nato per merito del senso di responsabilità già dimostrato dai lavoratori, dai datori e dai collaboratori» continua Paniccia. Lucia Piu, direttore di Confapi Fvg, entra nel dettaglio dell'intesa sottoscritta, spiegando: «Si tratta di un accordo quadro al quale è allegato un protocollo che abbiamo immaginato come una checklist e cioè un elenco di azioni minime necessarie per garantire la totale sicurezza nei luoghi di lavoro. Le misure riguardano, per esempio, l'accesso in azienda, le modalità di sanificazione e di igienizzazione, i dispositivi di protezione individuali per ogni singolo lavoratore, il metodo di accettazione e spedizione delle merci, l'eventuale gestione all'interno dell'azienda di lavoratori in appalto (come l'impresa di pulizie). Il tutto conclude ela- borato sulla base di uno schema nazionale che poi dovrà essere declinato puntualmente insieme al medico competente, all'Rls e all'Rlst nelle singole aziende».