LA GIORNATA
APINDUSTIRIA
Terzo trimestre: ripresa bloccata
Il terzo trimestre gela le aspettative di ripresa delle Pmi bresciane. A dirlo è l'analisi congiunturale del centro studi Apindustria realizzata su un campione di cento imprese associate. Il report «nega alle Pmi quei chiari segnali di ripresa che parevano accompagnare l'economia bresciana dopo il lockdown». Gli ordini tardano a decollare così come fatturato e produzione.
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Economia
Il diffondersi del virus gela la ripresa
L'analisi di Apindustria: nel terzo trimestre gli ordini non decollano. Pessimista la metà degli imprenditori
Il terzo trimestre gela le aspettative di ripresa delle Pmi bresciane. A dirlo è l'analisi congiunturale del centro studi Apindustria realizzata su un campione di cento imprese associate. Secondo il report il terzo trimestre «nega alle Pmi quei chiari segnali di ripresa che parevano accompagnare l'economia bresciana dopo il lockdown». Il report osserva che gli ordini tardano a decollare e, a cascata, la produzione (che cresce per cinque intervistati su dieci ma resta ben lontana dalle aspettative) ed il fatturato. Preoccupazione per i dati sull'utilizzo degli impianti, marcatamente più contenuti rispetto al passato. Stabili gli investimenti, regge anche l'occupazione. A preoccupare sono ovviamente anche la pandemia e la seconda ondata in corso, con possibili nuove chiusure che avrebbero un impatto devastante sul tessuto economico e sociale. E anche per questo che le previsioni sul prossimo periodo sono tutt'altro che rosee, anzi. Il centro studi dell'associazione rileva infatti che solo due imprese su dieci si dichiarano ottimiste rispetto al prossimo futuro, mentre poco meno della metà si dichiara pessimista o addirittura molto pessimista. «Nonostante i dati di luglio e agosto avessero evidenziato un miglioramento, per fine anno i segnali sono negativi sottolinea il presidente di Apindustria Brescia Pierluigi Cordua -. Per le imprese la situazione è molto complessa e i mercati esteri, che in passato avevano sopperito a un mercato interno stagnante, in questo momento sono anch'essi fermi». Secondo il report «Gli ordinativi provenienti da oltralpe sono ben al di sotto dei livelli pre-pandemici e da tempo non sostengono davvero le nostre imprese nel superare le difficoltà di questo 2020». I timori, insomma, sono parecchi. «Temiamo un rischio di liquidità per tante PMI e le invitiamo alla massima attenzione e alla verifica della loro patrimonializzazione sot- tolinea Cordua -: ci sono strumenti per intervenire e la solidità d'impresa è quanto mai fondamentale in questo periodo. Il rischio, altrimenti, è che non poche imprese finiscano in seria difficoltà». Da parte sua anche un appello alla responsabilità individuale e collettiva: «Non possiamo permetterci in alcun modo una nuova chiusura generalizzata. Serve responsabilità da parte di tuffi. Le imprese stanno rispettando rigidi protocolli di sicurezza ma serve attenzione da parte di ognuno. La fase di incertezza che stiamo vivendo non aiuta certo la ripresa e per questo, per quanto possibile, occorre ridurre il rischio». (t.b.)