LA TESTIMONIANZA
L'ondata di contagi nelle Rsa ha vissuto la sua giornata più nera domenica con 140 casi scoperti in 24 ore, ma anche ieri si sono registrate altre 72 nuove positività nelle case di riposo piemontesi. Secondo Michele Colaci, presidente di ConfApi Sanità, si tratta di qualcosa di più di un campanello d'allarme: «Sono preoccupato, ma non per quello che succede tra le mura delle residenze sanitarie per anziani. Il vero problema è fuori. L'ho detto senza polemiche all'assessore regionale Chiara Caucino».
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«Nelle Rsa sforzo massimo ma siamo stati lasciati soli con i tamponi in ritardo Così sarà peggio di prima»
Michele Colaci (ConfApi Sanità): «Non sono preoccupato per le residenza, ma per quello che succede fuori»
Il caso
di Massimo Massenzio
L’ondata di contagi nelle Rsa ha vissuto la sua giornata più nera domenica con 140 casi scoperti in 24 ore, ma anche ieri si sono registrate altre 72 nuove positività nelle case di riposo piemontesi. Secondo Michele Colaci, presidente di ConfApi Sanità, si tratta di qualcosa di più di un campanello d'allarme: «Sono preoccupato, ma non per quello che succede tra le mura delle residenze sanitarie per anziani. Il vero problema è fuori. La scorsa settimana, durante un incontro in Prefettura, l'ho detto senza polemiche all'assessore regionale Chiara Caucino. A marzo ci dipingevano come pazzi sconsiderati che rischiavano sulla pelle delle persone più fragili. Non era vero allora e tanto meno lo è adesso. Abbiamo avuto 7 mesi per attrezzarci e lo abbiamo fatto nel migliore dei modi. Ma fuori dalle Rsa sono stati fatti errori che rischiamo di pagare a caro prezzo anche noi». Per il momento, però, non è stata disposta la sospensione delle visite dei parenti, anche se sono state introdotte restrizioni mal digerite da ospiti e familiari: «Io sono per la chiusura all'esterno e lo dico da settimane. Purtroppo però mancano direttive univoche per tutti e anche l'ultimo Dpcm scarica sui direttori delle Rsa la responsabilità. Io sono titolare di tre strutture in provincia di Torino e non ho avuto un solo caso di Covid con la prima ondata e, fortunatamente, non ne ho nemmeno adesso. Ho cercato di adottare tutte le precauzioni del caso, ma sono stato anche fortunato». Colaci punta il dito su trasporti e sistema sanitario: «Io ogni giorno vedo centinaia di studenti che si accalcano sugli autobus per andare a scuola. Non è stato predisposto un sistema adeguato che evitasse tutto questo e i numeri dei contagi scolastici parlano da soli. Poi i ragazzi tornano a casa e rischiano di infettare i genitori che si presentano nelle case di riposo pervenire a trovare i nonni. Senza contare il fatto che quando portiamo i nostri ospiti a fare visite negli ospedali, vedo quasi tutti gli infermieri e gli operatori sanitari che indossano solo mascherine chirurgiche. Quasi nessuno ha ricevuto in dotazione le Fp2». Dopo i focolai scoperti nelle scorse settimane a Sordevolo e Villanova Mondovì, è di ieri la notizia di nuovi n contagiati anche a Susa. I familiari dei pensionati continuano a chiedere di poter incontrare in sicurezza i loro cari e attribuiscono gran parte della responsabilità dei nuovi focolai al personale delle Rsa: «Noi siamo costretti a salutare le nostre madri da una finestra, senza nessuna possibilità di scambiare qualche parola comprensibile. Ma se chi entra ed esce dalla struttura non viene controllato regolarmente a cosa serve?». Sul punto, però, Colaci precisa: «Tutti i gestori si sono fatti in quattro per garantire la massima sicurezza e credo che 1'80% dei parenti degli ospiti capisca e apprezzi i nostri sforzi. Personalmente nelle mie strutture sto per inaugurare una cabina in plexiglas con microfono che permette colloqui normali e senza rischi. Ma il problema è un altro. Le linee guida prevedevano che i tamponi venissero effettuati con cadenze regolari, almeno ogni 15 giorni. Il tempo per attrezzarsi c'era, ma questo non sta avvenendo». E così il bollettino diffuso dall'unità di crisi della Regione Piemonte documenta quotidianamente la preoccupante risalita dei contagi. Dai 17 censiti lo scorso 7 ottobre si è passati a 5o in una settimana. Il picco si è toccato domenica scorsa con 140 nuovi casi e oggi il totale è salito a 55o nuove positività in 13 giorni. Per il presidente di ConfApi la situazione non è ancora critica, ma sono necessari correttivi urgenti: «Non si possono continuare a fare tamponi solo in presenza di sintomi acclarati o di altre positività accertate in ambito familiare o lavorativo. I nostri ospiti e i nostri operatori devono essere controllati sistematicamente per garantire la sicurezza di tutti. Invece in questa battaglia ci hanno lasciati soli». L'ultima bordata Colaci la riserva alle questione assicurazioni: «Lo Stato ci obbliga ad assicurarci, ma poi consente alle compagnie di non darci la copertura. In queste condizioni noi siamo esposti a rischi di eventuali cause, ma dobbiamo e vogliamo continuare a garantire un servizio essenziale. Lo ripeto, si doveva intervenire prima, ma siamo ancora in tempo. Nelle Rsa piemontesi ci sono oltre 40 mila ospiti che vanno tutelati. Ma continuo a sostenere che le misure necessarie vanno prese fuori. Altrimenti tra poco tempo la situazione sarà peggiore di quella che abbiamo vissuto durante il lockdown».