L'emergenza sanitaria. Le previsioni contenute nell'analisi di Apindustria Recovery fund leva per far ripartire l'economia
In controtendenza con le previsioni internazionali, le Pmi puntano sul primo quarto del 2021
 
di Massimiliano Del Barba
In controtendenza alle previsioni internazionali, che vedono ormai allontanarsi l'attesa ripresa del primo quarto del 2021, le piccole e medie imprese di Brescia cercano il bicchiere mezzo pieno. E, desiderose di lasciarsi alle spalle un anno da incubo, buttano il cuore oltre l'ostacolo: sette imprese su dieci confidano in un miglioramento dei principali indicatori congiunturali (fatturato, ordini, produzione). Per quanto riguarda il fatturato, quasi il 40% ne immagina una crescita fino al 10% nel 2021 (rispetto al 2020), il 15% una crescita tra il io e il 20%, un altro 15% oltre il 20% (nell'1,5% dei casi addirittura oltre il 4o%). La leva per la ripartenza: i fondi che dovrebbero arrivare a stretto giro dall'Ue. a pagina 2
 
 
 
Nelle imprese c'è la voglia di archiviare questo 2020 puntando sul Recovery fund
Cordua (Api): potenziamo l'export e investiamo sulle infrastrutture
 
Lo scenario di Massimiliano Del Barba
In controtendenza alle previsioni internazionali, che vedono ormai allontanarsi uno scenario a V in cui cioè dopo la caduta di tutti gli indicatori del 2020 l'economia potrebbe registrare un significativo rimbalzo già nei primi mesi del nuovo anno per lasciare spazio a una prosecuzione della contrazione degli scambi almeno in corrispondenza del perdurare della crisi pandemica e a un conseguente erosione della stabilità finanziaria oggi puntellata dalle potenti iniezioni di aiuti governativi le piccole e medie imprese di Brescia provano a gettare il cuore oltre l'ostacolo, scommettendo su un primo quarto dell'anno all'insegna della ripresa. Questo, almeno, è quanto riporta l'ultima rilevazione di Apindustria, realizzato su un campione di cento imprese associate, prevalentemente legate al settore metalmeccanico e con fatturati fra i due e i dieci milioni di euro. «11 quadro di sintesi conferma le enormi difficoltà accumulate si legge nel report -: poco meno di due intervistati su dieci rilevano un incremento del fatturato, ma per i177% dei, rispondenti si registra invece un calo». Entrando nel dettaglio, poi, emerge con chiarezza la durezza del momento: per quattro imprese su dieci i ricavi hanno infatti subìto cali tra il 20 ed il 40% rispetto al 2019, mentre per il 10% addirittura superiori al 40%. Stupisce, invece, la qualità del sentiment sul 2021. Sette imprese su dieci confidano in un miglioramento dei principali indicatori congiunturali (fatturato, ordini, produzione). Per quanto riguardo il fatturato, quasi il 4o% ne immagina una crescita fino al io% nel 2021 (rispetto al 2020), il 15% una crescita tra il io e il 20%, un altro 15% oltre il 20% (nell'1,5% dei casi addirittura oltre il 40%). Sollecitati ad individuare strade da percorrere per rafforzare la propria attività nel nuovo anno, gli intervistati individuano l'estero quale primo desiderata: implementare rapporti oltralpe convince il 45% degli intervistati, ma quattro su dieci attendono segnali di decisa ripartenza nel mercato domestico. Anche la propensione all'investimento pare risentire di un ritrovato clima di fiducia nel futuro: lo dimostra il fatto che il 3o% del campione dice di credere nell'innovazione e nella digital transformation di Industria 4.0. Rispetto al da farsi, inoltre, emerge una richiesta forte allo Stato per snellire la burocrazia. Ben 1'89% degli imprenditori chiede infatti di «investire per avere una burocrazia rapida ed efficiente». «Dall'indagine mi sembra emerga in modo chiaro lo spirito dell'imprenditore ra- giona il presidente dell'associazione Pierluigi Cordua Gli imprenditori non vedono l'ora di ripartire, sono fiduciosi, immaginano una ripresa rapida, speranzosi che l'arrivo del vaccino e l'appiattimento della curva epidemica possano riportare sotto controlla la crisi sanitaria. Bisogna avere ancora un po'di pazienza, rispettare le regole e la voglia di ripartire farà poi il resto. Emerge anche con chiarezza la richiesta per avere una burocrazia rapida ed efficiente». Anche Cordua, tuttavia, sottolinea il ruolo strategico che avranno i fondi del programma Next Generation Eu: «Digitalizzazione, fisco, infrastrutture, economia circolare rischiano altrimenti di restare parole vuote, se non sostenute da uno Stato funzionante e reattivo» conclude il numero uno di Apindustria. Bilanci di fine anno Poco meno di due intervistati su dieci rilevano un incremento del fatturato, ma per il 77% si registra invece un calo sul 2019