«Il costo del lavoro a livelli insostenibili, solo Belgio e Germania peggio di noi
Detassare gli straordinari per garantire più liquidità ai lavoratori e competitività»
INTERVENTO DI ROBERTO MIGLIORINI, PRESIDENTE DELL' ASSOCIAZIONE DI CONFAPI EMILIA

«Il costo del lavoro a livelli insostenibili, solo Belgio e Germania peggio di noi Detassare gli straordinari per garantire più liquidità ai lavoratori e competitività» L'allarme viene lanciato dall'associazione di imprese Unionmeccanica di Confapi Emilia e si basa sulla constatazione dell' incremento ormai spropositato del costo del lavoro. Non sono mai stati così alti i differenziali esistenti tra i 36 Paesi che aderiscono all' Ocse: nella graduatoria 2020, riferita all' anno 2019, l' Italia dopo Belgio e Germania si attesta al terzo posto nella classifica con un cuneo fiscale del 48%. «Una situazione ormai insostenibile e che mette sempre più in serie difficoltà le Pmi - conferma Roberto Migliorini, presidente di Unionmeccanica - Occorre diminuire la tassazione su quei fattori che incidono sulla produzione industriale, e mi riferisco in particolare al costo del lavoro e alla tasse patrimoniali vessatorie che gravano sulle nostre imprese. Si deve capovolgere il paradigma tutto italiano per il quale i contribuenti, a differenza degli altri Stati europei dove sono considerati clienti, qui da noi sono da perseguire». Migliorini non condivide le politiche governative, responsabili, a suo dire, di non avere portato avanti valide strategie e intrapreso reali iniziative di sostegno alle aziende.
«Chiediamo - spiega il numero uno di Unionmeccanica Emilia - che vengano attuate politiche che sgravino di tanti ed inutili fardelli le aziende, al fine di renderle competitive in un mercato sempre più globale e garantendo inoltre maggiore liquidità ai lavoratori. Pensiamo in particolare al carico fiscale complessivo sui profitti di impresa che supera abbondantemente la quota del 65 per cento e che è ormai diventato inaccettabile per tutti i nostri imprenditori». Migliorini, da sempre attento alle reali necessità delle piccole e medie imprese che mai, come in questi ultimi anni, sono state vessate da imposte e fardelli, oltre a sopportare il peso di una burocrazia opprimente, snocciola alcuni dati: «L' Italia occupa il terzo posto con un cuneo fiscale del 48%. Questa percentuale è composta per il 16,8 per cento da imposte personali sul reddito e per il 31,2 per cento di contributi previdenziali che ricadono in parte sul lavoratore (7,2 per cento) e sul datore di lavoro per il 24 per cento. Rispetto ai nostri tre principali concorrenti dell' Area Euro, in Germania la contribuzione a carico dell' impresa è circa la metà rispetto all' Italia e in Spagna la somma degli oneri fiscali e previdenziali risulta più bassa, il 65% del salario erogato al lavoratore contro il 91% dell' Italia». E Migliorini aggiunge: «Ci troviamo ancora una volta davanti a un Paese ingessato con problemi immutati, dove non ci si rende conto che la crescita la crea il lavoro, ed il lavoro lo crea l' industria, viste le resistenze ad ogni riforma ed ogni cambiamento. A volte penso che se al governo ci fossero gli imprenditori, ci troveremmo sicuramente a commentare uno scenario diverso». Infine l' ultimo affondo: «Oggi che ci troviamo di fronte al rinnovo del contratto per i metalmeccanici è l' opportunità per il governo di dare un segnale concreto per modificare questa situazione e ritengo che bisognerebbe detassare gli straordinari allo scopo di garantire più liquidità ai nostri lavoratori e maggiore competitività per le imprese italiane».