Apindustria in pressing su Bruxelles per chiedere la sospensione delle misure di salvaguardia
La continua crescita dei prezzi delle materie prime, con annessa crescente difficoltà di approvvigionamento delle stesse, sta mettendo in seria difficoltà le Pmi bresciane, al punto da pregiudicarne la ripresa. A lanciare il nuovo allarme è Apindustria Brescia. «La situazione si sta aggravando - Sottolinea il presidente Pierluigi Cordua — ed è necessario un intervento in ambito europeo per sospendere le cosiddette misure di salvaguardia sui prodotti siderurgici che proprio in queste settimane devono essere rinegoziate. Purtroppo sembra che l'Ue sia intenzionata a mantenere tali misure ma, se così fosse, la carenza di offerta nel mercato siderurgico potrebbe mettere in serissima difficoltà migliaia di imprese e pregiudicare la ripresa del Paese». La dinamica rialzista dei prezzi (causata dalla crescita vorticosa della Cina e da movimenti speculativi) è in atto oramai da tempo, con aumenti nell'ordine del 100% rispetto ai minimi dello scorso anno, e di segnali di inversione di tendenza non ve ne sono. Anzi, gli analisti specializzati danno per certo che tale dinamica proseguirà anche per tutto il secondo trimestre e, probabilmente, anche per la seconda parte dell'anno. Si sta avverando insomma il timore di tanti piccoli imprenditori che da tempo registrano già difficoltà sul tema (12% le imprese associate ad Apindustria che ha già riscontrato problemi di produzione) e ne prevedono di peggiori nel prossimo futuro (il 38% teme di essere costretta a fermare la produzione). Le politiche Ue non aiutano e su queste si dirigono gli strali dell'associazione. Le quote che l’UE riserva a ciascun Paese esportatore di prodotti siderurgici, superate le quali scatta un dazio, sono state infatti introdotte nel 2018, quando i prezzi erano ai minimi e in una situazione completamente diversa. «In questo momento tali misure sono del tutte anacronistiche — sottolinea Cordua . Noi ci stiamo muovendo a tutti i tavoli, anche a livello nazionale, per cambiare la situazione. E’ fondamentale che la Commissione ascolti anche il settore della trasformazione e non solo quello dei grandi produttori siderurgici. Sarebbe inoltre necessario disincentivare l'export di rottame ferroso: in questo ambito dobbiamo seguire l’ esempio della Cina che ha recentemente varato incentivi all' import di materia prima e disincentivi all'export. In un'ottica di regionalizzazione delle supply chain la materia prima deve rimanere dentro i confini Ue».