La visione e i progetti per il territorio di un Cavaliere del lavoro
Gentile Ingegner John Elkann, ho letto della sua recente designazione a Cavaliere del Lavoro, mi congratulo con Lei, mi trovo tuttavia ad interrogarmi, come presidente di un'associazione che riunisce più dì 1.80o imprese ed imprenditori, sul significato e sul valore di una tale onorificenza scoprendo che 120 anni fa re Vittorio Emanuele III aveva istituito quest'ordine cavalleresco per valorizzare i protagonisti del mondo del lavoro distintisi per spirito di iniziativa, coraggio e intelligenza imprenditoriale. Oggi i requisiti per essere Cavalieri del Lavoro recitano: «chi abbia operato nel suo settore in via continuativa e per almeno vent'anni con autonoma responsabilità; che abbia adempiuto agli obblighi tributari...» e ancora chi «abbia intrapreso azioni in grado di incidere significativamente sull'economia generale del Paese, anche attraverso l'innovazione, la ricerca, l'internazionalizzazione e la promozione di nuove attività». Ascolto le voci dei nostri imprenditori legati da sempre all'indotto del settore automobilistico che sembrano «tra color che son sospesi» incerti del futuro delle loro aziende, delle loro famiglie, reduci anche da una pandemia che ancor più ha messo in discussione la stabilità del nostro tessuto imprenditoriale e che oggi, ha bisogno di certezze, di conferme e di visione per il futuro. Chiediamo loro di pensare a un nuovo capitalismo che non badi solo al profitto ma anche all'impatto sociale, e il Cavaliere dovrebbe per primo dare l'esempio, dovrebbe essere il paladino, l'eroe che si prodiga a difesa di un idea di lavoro, d'impresa, che si ferma ad aspettare chi è più lento per scortarlo verso acque tranquille. Questi pensieri mi hanno portato a scriverle questa lettera aperta, con l'obiettivo di dar voce agli interrogativi ma anche e soprattutto con il desiderio di poter avere con Lei un dialogo diretto che, oggi, proprio per l'alta onorificenza che ha ricevuto credo sia dovuto. Credo sarebbe bello e importante, che lei parlasse con il tessuto imprenditoriale del nostro territorio, che spiegasse a tutti noi, quale è la sua visione, quali sono i suoi progetti, il futuro a cui sta pensando per questa città; per questo motivo mi farebbe molto piacere poterla avere ospite all'assemblea di Api Torino il prossimo 10 giugno, perché noi e i nostri lavoratori, i suoi lavoratori, tutti noi si possa, ascoltandola, partecipare all'impresa del Cavaliere del Lavoro John Elkan. Con viva cordialità.
Corrado Alberto Presidente Api Torino