L'associazione sperimenta il centro in vista della terza dose. Casasco: «Esempio di collaborazione pubblico - privato»

Vaccini in azienda, il modello Api

Inaugurato l'hub per le piccole imprese. Il ministro Gelmini: «Apripista per l'autunno, allarghiamolo a tutto il Paese»

Il sistema delle vaccinazioni nei grandi hub è destinato a terminare con la fine dell'estate. La terza dose in autunno si farà in strutture più piccole, compresi gli hub aziendali. Apindustria Brescia non ha perso tempo e ha deciso di far partire ora il proprio centro, ricavato nella sede cittadina. A servizio degli associati. «Un modello che fa da apripista. Vogliamo allargarlo a tutto il Paese» ha detto il ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini, intervenuta all'inaugurazione. Il presidente nazionale di Confapi, Maurizio Casasco, loda questo sistema integrato: «Dimostra come pubblico e privato possano collaborare bene». Il governo e le Regioni pensano già all'autunno: la vera sfida è la terza dose. E il mondo produttivo sarà coinvolto. Centrale sarà il ruolo e la capacità organizzativa delle associazioni di categoria, che potranno mettere a disposizione spazi e risorse, come ha fatto Apindustria.

Si parla già di una terza dose. Di un richiamo in autunno, da ottobre in poi. Se la campagna vaccinale non si baserà più sui grandi hub come oggi, ma su strutture più piccole — anche nelle aziende — allora il punto vaccinale di Api potrebbe diventare un modello per il mondo produttivo. E fare da «apripista», per dirla con le parole del ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini, ieri a Brescia per l'inaugurazione dell'hub vaccinale nella sede di Apindustria, in via Lippi. Questa struttura «fa da apripista, ma vogliamo poi allargarla a livello nazionale. In questo modo — ha detto il ministro — le aziende possono tornare a crescere». Per il momento si tratta di una sperimentazione: i numeri sono quasi simbolici (100 le somministrazioni prenotate da 14 ditte), ma il progetto è calato nel concreto. Nella piena consapevolezza che in autunno potrebbe esserci una ripresa dei contagi. E le aziende, per non fermarsi, dovranno vaccinare con un'altra dose i dipendenti. La capacità del mini-hub di Apindustria prevede due linee per un totale di 250 vaccinazioni al giorno. «Noi vogliamo testare il nostro punto vaccinale in una situazione non emergenziale» puntualizza il presidente di Api Brescia, Pierluigi Cordua. L'aula conferenze dell'associazione al piano terra è stata trasformata, come altre stanze attigue, secondo le regole sanitarie dell'Ats: oltre ai medici e agli infermieri, nella struttura è presente un anestesista. Si inocula il vaccino Moderna (per ora) e si guarda ai giovani. Al commerciale estero che ha bisogno di fare in fretta la prima dose per un impegno di lavoro. Ma anche ai tanti under 40 che ancora oggi non si sono prenotati — 280 mila nel Bresciano perché guardano a settembre, sperando così di non interrompere le vacanze agostane per la seconda dose. Invece la diffusione delle varianti impone di fare bene. E in fretta. Ecco perché l'hub di Api diventa un modello. «Confapi è stata la prima a cercare di coniugare salute e produttività. E Brescia, spiega il presidente nazionale Maurizio Casasco, ha avuto la capacità di mettere a terra questa progettualità». Casasco loda la concretezza del mondo bresciano e sposa questo «sistema integrato». Per lui, infatti, l'hub vaccinale di Apindustria Brescia è l'esempio «di come pubblico e privato possano lavorare bene insieme». Di hub aziendali si parlerà sempre più spesso, visto che il sistema dei grandi centri sembra destinato a terminare con l'estate. L'assessore regionale al Welfare Letizia Moratti ha parlato di altre sedi: ambulatori medici, farmacie, piccoli hub e aziende. Ecco perché Api ha deciso di partire adesso, così da testare il sistema in vista dell'autunno. E gli altri? «Noi ci mettiamo in gioco qualora in autunno servisse, ma adesso vogliamo capire se alla Fiera - spiegano da AssoArtigiani - rimarranno attive più di 10 linee. Se così fosse, preferiremmo organizzarci in via Caprera. Altrimenti li faremo venire da noi». «Noi abbiamo una sede che si presta dice il presidente di Confartigianato Eugenio Massetti —, il progetto è già stato depositato e in autunno potremmo anche prevedere sedi dislocate. Dipende tutto dalle scelte che farà il sistema Brescia».