Appendino, Cirio, industriali e sindacati chiedono un incontro: «Qui le competenze giuste»
Egregio Signor Presidente, egregi Signori Ministri, nei prossimi tempi si deciderà la sede europea della nuova Gigafactory di Stellantis; la nuova sede potrebbe già essere annunciata dalla società il giorno 8 luglio p.v in occasione dell'evento "Stellantis EV Day 2021". Torino è per noi la scelta naturale: lo è per tradizione, competenza ed esperienza maturate in oltre 120 anni di storia». Comincia così la missiva che la sindaca Chiara Appendino, il governatore Alberto Cirio, i presidente di Confindustria Giorgio Marsiaj e Marco Gay, i presidenti di Api Corrado Alberto e Confapi Filippo Martinetto, il numero uno della Camera di Commercio Dario Gallina e i segretari delle sigle metalmeccaniche Edi Lazzi (Fiom), Davide Provenzano (Fim) e Luigi Paone (Uilm) hanno spedito ieri all'indirizzo di Palazzo Chigi. Dopo aver illustrato gli atout dell'area torinese - atenei qualificati, area di crisi complessa, Competence center - le istituzioni hanno chiesto all'esecutivo «che si adoperi in maniera concreta e fattiva per sostenere la candidatura della nostra Città e chiediamo altresì un incontro al Presidente per meglio rappresentare le grandi opportunità del territorio in modo che possa ben comprendere perché Torino è la sede naturale della Gigafactory di Stellantis».
Pressing torinese
Una moral suasion affinché poi Roma, detentrice dei contributi a sostegno dell'operazione, convinca i vertici del costruttore italo-francese. Già perché pare che Stellantis abbia fatto al governo richieste ben precise in cambio dell'ubicazione della fabbrica di batterie in Italia: il mantenimento degli ecoincentivi per l'acquisto di auto elettriche, infrastrutture quali colonnine di ricarica e fondi statali a cui si sarebbero aggiunti contributi per abbattere il costo dell'energia impiegata nella costruzione delle celle. Il pressing torinese si intensificherà nei prossimi giorni quando una delegazione di parlamentari locali bipartisan vedrà tra oggi e giovedì il ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani.
In corso Tazzoli
Ieri anche il mondo del lavoro si è fatto sentire. La Fiom Cgil ha infatti organizzato un «Mirafiori day» alla porta 2 di corso Tazzoli. «La Fiom oggi è qui, perché vuole mettere al centro le lavoratrici e i lavoratori. Questa iniziativa è costruita per accendere nuovamente i riflettori su Mirafiori, noi pensiamo che la terza Gigafactory di batterie per l'auto elettrica di Stellantis debba essere fatta qui», ha esordito Edi Lazzi, segretario della Fiom Torino. «Il governo ha sbagliato a fare una discussione solo su Melfi: non si possono dare volumi e gigafactory al Sud e cassa integrazione al Nord. Noi saremo vigili. I lavoratori hanno bisogno di sicurezze, i rischi non posso ricadere sempre sui soliti noti», ha rincarato Giorgio Airaudo, segretario regionale Fiom.
Presente Damilano
Al presidio ha fatto la sua comparsa anche il candidato sindaco del centrodestra Paolo Damilano. Non pervenuto il rivale Stefano Lo Russo. «Sono venuto ad ascoltare, sapete quanto sia importante il tema del lavoro per me, ha detto Damilano -. La gigafactory è un primo passo, sarà l'industria più importante di qui a breve, dobbiamo fare di tutto per questo progetto». E qualcuno negli ambienti politici torinesi ha fatto notare che se Giorgetti agevolasse lo sbarco della gigafactory in città, il candidato del centrodestra avrebbe la strada spianata verso Palazzo Civico.
Ricerca e parlamentari
«Insediare la gigafactory Stellantis a Mfrafiori è la scelta giusta per l'Italia. Ci sono tutte le condizioni e il Politecnico farà la sua parte. Non è l'interesse semplicemente di Torino, ma è interesse nazionale», ha detto il rettore del Politecnico, Guido Saracco, prendendo la parola. In rappresentanza del comitato dei parlamentari piemontesi, sono saliti sul palco Stefano Lepri (Pd) e Claudia Porchietto (Forza Italia). «Siamo tutti uniti per fare squadra. Torino si merita la gigafactory per la sua storia e per le competenze tecnologiche. Questa scelta è necessaria per il bene della città, ma anche di tutto il Paese», ha pungolato Lepri. «In settimana vedremo il ministro Cingolani, e aspettiamo la disponibilità di Giorgetti - ha aggiunto Porchietto - non è facile raggiungere questo risultato, ma noi ci metteremo il massimo impegno. Non c'è un partito che lavora, ma il Piemonte tutto».