L'assessore regionale allo Sviluppo economico rivendica il ruolo degli enti locali nell'attuazione del Piano
 
Tra il Piano nazionale di ripresa e resilienza e la sua effettiva applicazione sui territori ci sono di mezzo le Regioni. Che chiedono di essere coinvolte, il prima possibile, «per dare attuazione alle progettualità che il Governo ha presentato alla Commissione europea», dichiara l'assessore lombardo allo Sviluppo economico Guido Guidesi: «Abbiamo l'esigenza di capire quanto le regioni saranno coinvolte, perché per mettere in moto il Piano è necessario far compartecipare attivamente i territori e le autonomie locali». Guidesi, ospite ieri di un incontro organizzato da Apindustria, rivendica nuovamente il ruolo delle regioni nella ripresa economica come punto di connessione dei «know how delle imprese. Quando la ricerca è applicata a una filiera produttiva si patrimonializza la ricerca e si innova la filiera stessa». Necessario quindi, anche per il presidente di Confapi Maurizio Casasco, ripartire dal capitale umano e dalla formazione, non solo di coloro che si preparano a entrare in azienda ma anche degli imprenditori. «La partita -  sottolinea Casasco alla platea di imprenditori riuniti per la prima volta in presenza nella sede dell'associazione — si gioca in Europa, e l'Italia deve essere in grado di andare al passo degli altri Paesi». Non mancano però le difficoltà: a partire dall'aumento del costo delle materie prime e dalla difficoltà nel reperire profili professionali in linea con quanto chiesto dalle aziende. Da qui l'appello a un cambiamento nel sistema formativo: « L'investimento in capitale umano è fondamentale. Bisogna occuparsi prima dei beni immateriali, poi di quelli materiali», è il monito di Casasco. Diversamente il rischio è di rimanere ai margini del cambiamento: «Dobbiamo correre a colmare il gap nella formazione degli imprenditori e della classe dirigente». Il presidente di Apindustrria Brescia Pierluigi Cordua rivolge invece un invito agli imprenditori affinché «escano dal quotidiano per interessarsi agli strumenti che già esistono, anche in tema di digitalizzazione». La ripresa, aggiunge Guidesi, passa per una «politica industriale, che costringa il Governo e l'Europa a compensare i buchi clamorosi degli ultimi anni». E il fattore tempo, ancora una volta, è determinante: «Per sostenere il lavoro bisogna sostenere le aziende, a partire dalla valorizzazione delle peculiarità dei territori».