Tra le Pmi cauto ottimismo: "Non abbassiamo la guardia"

Le cose vanno meglio: questo lo dicono i numeri. Ma la sensazione è che non tutti i pezzi del puzzle siano ancora collocati nel posto giusto. Ecco perché le piccole e medie imprese di Torino e provincia si sentono sospese in un limbo: dati in crescita, ma una fragilità ancora diffusa. L'ultima indagine congiunturale di Api Torino mostra tendenze confortanti, alla fine del primo semestre. La fiducia vede un saldo tra ottimisti e pessimisti positivo per 46,3 punti percentuali, addirittura con punte di 52,4 punti tra le imprese che fanno export. La produzione punta la freccia in alto (più 43,8), così come la saturazione degli impianti (al 74%). Oltre 6 aziende su 10 hanno fatto investimenti e nonostante i ritardi nei pagamenti e l'uso degli ammortizzatori sociali (usati solo da un'azienda su 4), il saldo occupazionale migliora salendo a più 12,7 punti. Numeri confortanti, anche se al giro di boa le previsioni per il prossimo semestre, pur rimanendo su livelli positivi, portano gli indicatori a un netto ridimensionamento. «Dopo il rimbalzo di fine 2020, il primo semestre 2021 consolida l'idea secondo cui il picco negativo scaturito dalla pandemia possa ritenersi superato — dice Fabio Schena, responsabile ufficio studi di Api — . Ma per una quota significativa di imprese, eseguire un cambio di passo è reso ancora più arduo dalla crisi delle materie prime di questi mesi». A tirare le fila è Corrado Alberto, che di Api Torino è il presidente: «Non si tratta più di un semplice rimbalzo, anche se previsioni per il prossimo semestre, pur rimanendo su livelli positivi, indicano un netto ridimensionamento. Dobbiamo ricordarci che non è ancora arrivato il momento di abbassare la guardia. Ci sono ancora diffuse incertezze sull'effettiva ripartenza dell'economia: siamo con il fiato sospeso circa il futuro che potremmo trovarci ad affrontare da qui in avanti. Adesso il territorio deve davvero dimostrare coesione e volontà di crescita».