Intervista a Mauro Orsini
Le piccole imprese umbre agganciano il treno della ripresa e "stanno rispondendo bene". E hanno agganciato la ripresa. Incombono però gli aumenti dei prezzi delle materie prime e la fine del blocco delle scadenze fiscali. Che potrebbero rallentare il treno della ripartenza. Qui, soprattutto sui costi, devono intervenire le Regioni. E' quanto sostiene Mauro Orsini, presidente Ampi Confapi Perugia, l'associazione delle piccole imprese. Che in Umbria sono la base del tessuto imprenditoriale.
Proiezioni sul Pil regionale da noi pubblicate (Bankitalia e Acacia group) dicono che per Il 2021 e anche nel 2022 l'Umbria è a più 4%, in linea con la media italiana: le piccole imprese umbre sono in fase di ripresa?
Le piccole imprese umbre stanno rispondendo bene, anche perché sono abituate comunque a superare momenti difficili e ad affrontarli in maniera flessibile, adeguandosi alle esigenze del mercato. Stanno sfruttando il trend favorevole, legato anche, per il settore edile, al regime di bonus confermato dal governo e alla ripartenza dei lavori di ricostruzione post terremoto. Stanno però soffrendo più del dovuto a seguito della penuria di materie prime e del conseguente aumento dei prezzi delle stesse, problema che temo non sia di brevissima durata. Proprio in questi giorni si sta presentando il problema degli aumenti vertiginosi dell'energia, nelle sue varie forme, e questo potrebbe rappresentare un ostacolo non previsto o previsto in maniera inferiore. Non vorremmo che le possibilità di rilancio siano di fatto azzerate o depotenziate dal ridursi dei margini di redditività, avendo quindi un effetto di falsa crescita, in cui si lavora tanto ma non si riesce a ricapitalizzare le aziende. Sarebbe opportuno che anche le Regioni contribuiscano a scongiurare tale rischio apportando adeguati allineamenti dei prezzari ai reali costi delle materie prime. Inoltre, come già detto in altra occasione, anche la fine del blocco del pagamento delle cartelle fiscali in questo periodo dell'anno potrebbe rappresentare un freno alla ripresa, e questo sarebbe veramente un peccato perché l'occasione di crescita, legato anche all'arrivo dei fondi del Pnrr, è veramente da non perdere, soprattutto nella nostra regione che ben prima della pandemia mostrava segni di affaticamento.
Dati Istat confermano che le aziende umbre investono meno della media del Paese in sviluppo e innovazione. Colpa come sostiene qualche analista delle piccole dimensioni e della gestione "familiare" (e non manageriale) delle imprese? Come colmare questo gap?
La gestione familiare delle nostre aziende, legata anche alla dimensione media delle stesse, ha rappresentato per molti anni il punto di forza della economia regionale e nazionale. Probabilmente il modello di mercato sta penalizzando le piccole aziende e quindi il modello familiare. Credo però che non si debba rinnegare questo modello ma lavorare, come sta facendo Confapi Perugia, per un rinnovamento e sviluppare l'aspetto manageriale dei nostri imprenditori, che potranno così continuare a portare avanti un modello familiare di nuova generazione. La nostra Associazione è conscia di questa difficoltà , come lo è quella del passaggio generazionale, e sono convinto che si tratti di due problematiche risolvibili e che possiamo aiutare gli imprenditori ad un passaggio verso un modello aziendale più orientato all'innovazione e magari anche all'aggregazione, quando però se ne presenti la necessità e la possibilità e non per soddisfare una tendenza. Con la nostra agenzia di formazione Apiform stiamo mettendo in cantiere occasioni di formazione per imprenditori mirati proprio a questo.
Il 15 ottobre entra in vigore l'obbligo del green pass in azienda. Come giudica questo provvedimento? Potrà decretare la fine della pandemia e soprattutto degli effetti nefasti sulle attività delle imprese?
Come cittadino, come Imprenditore e come Presidente di Confapi Perugia, così come fin da tempo hanno affermato Confapi nazionale e il presidente Maurizio Casasco, sono sempre stato favorevole al vaccino e all'uso del green pass. E' chiaro che deve essere una opportunità per contenere ulteriormente gli effetti, sanitari, sociali ed economici della pandemia e non per ingessare le aziende in procedure di facciata. Attendiamo ulteriori indicazioni per mettere a punto i protocolli che non sempre sono di semplice applicazione a causa della ampia varietà delle attività lavorative: in sede, fuori sede, in forma singola e in forma collettiva.