Una ripresa evidente, quasi impetuosa. Talmente impetuosa da creare difficoltà alle Pmi. Un paradosso? Fino a un certo punto: lo rivela l'ultima indagine di Api Torino, che accanto ai segni positivi evidenzia anche qualche aspetto più preoccupante. Riflettori accesi su costi delle materie prime e tensioni sui mercati di fornitura: tanto che non di rado gli imprenditori scelgono di rinunciare a nuovi ordini per l'incertezza di rispettare tempi e commesse. II 60,6% delle imprese denuncia costi in continuo aumento, per il 40,4% ci sono ancora difficoltà di reperimento. E il 27,5% parla di rallentamento delle attività. Un rallentamento che fa temere una risalita nell'uso della cassa (anche al 14,5%). «La crisi delle materie prime continua a essere un elemento di forte — dice Corrado Alberto, presidente di Api Torino. Al di là dei grandi progetti generali, è necessario lavorare da subito per trovare soluzioni che tamponino questa situazione che potrebbe mettere a rischio la ripresa». E sul Pnrr l'invito è a spendere «con efficacia, senza sprechi e senza inutili lotte di quartiere». Il grado di fiducia è però positivo (+41,8%), la produzione si attesta a +20,6% e l'uso degli impianti è al 72,4%, a livelli pre crisi. Sorridono gli investimenti (67,9%) e le nuove assunzioni (47,3%).