Confapi Veneto lancia l'allarme: dalla chiusura della Speedline effetto domino su tutto l'indotto, a rischio 20 aziende con circa 200 addetti. Ma lo stop della fabbrica veneziana potrebbe avere pesanti ripercussioni anche sull'attività di 30 altre piccole imprese con commesse con la Speedline (600 addetti, un centinaio in somministrazione) che occupano in totale altri 200 addetti. «Alcune delle nostre aziende sono già state messe sotto pressione delle banche, che hanno chiesto di rientrare dei fidi ma anche che si sono viste bloccare lo sconto sulle fatture e quindi si trovano in difficoltà a pagare i fornitori. Si tratta di piccole imprese tutte del Veneziano attive nella finitura dei cerchioni prodotti dalla Speedline ma anche nella logistica e nella manutenzione interna degli impianti dello stabilimento di Tabina di Santa Maria di Sala commenta William Beozzo, presidente Confapi Veneto, 3200 associati per 42mila addetti in totale circa la metà di queste imprese lavorano quasi esclusivamente per l'azienda del gruppo svizzero Ronal e per le altre sarà molto dura se chiude Speedline: temiamo che alla fine potremmo perdere 300 posti. Vogliamo collaborare con l'assessore Elena Donazzan e anche col dottor Mattia Losego, referente dell'unità di crisi. E ovviamente siamo pronti a sederci al tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo a Roma. Ma quello che conta è arrivare velocemente a tutelare tutto l'indotto, serve un intervento veloce per poter gestire la situazione bancaria», VERTICE VENERDì! Venerdì è già un programma un vertice online col Ministero sul caso Speedline mentre il 19 è prevista una manifestazione a Santa Maria dì Sala. Il caso dunque sta rapidamente diventando nazionale. «Consideriamo gravissima l'assenza dell'amministratore delegato del gruppo Ronal al Tavolo convocato dalla Regione Veneto lo scorso 09 dicembre. E uno sgarbo istituzionale ed una fuga dalle proprie responsabilità. Purtroppo riscontriamo per l'ennesima volta che per le multinazionali l'unica cosa che conta è massimizzare gli utili, costi quel che costi sottolinea Beozzo -. I sindacati si sono mobilitati e noi faremo altrettanto con i nostri imprenditori. Temiamo che questa crisi possa generare un effetto domino che va purtroppo ben al di là della chiusura della Speedline. E in crisi tutta la filiera dell'automotive del Veneto. Moltissime aziende della fascia pedemontana veneta, dal Vicentino al Trevigiano, sono in grande sofferenza per l'aumento dei costi dell'energia e dei trasporti.