Continua a prevalere l'ottimismo tra i piccoli imprenditori di Api Torino ma pesano i timori legati alla pandemia e al rincaro di energia e materie prime

Pmi, una ripresina con l'incubo prezzi

Continua a prevalere l'ottimismo tra i piccoli imprenditori di Api Torino ma pesano i timori legati alla pandemia e al rincaro di energia e materie prime

«Bisogna tenere ancora alta la guardia». Corrado Alberto, presidente di Api Torino, non si accontenta di guardare le cifre per immaginare che fme di 2021 e che inizio di 2022 sarà, per l'economia torinese e per il mondo delle piccole e medie imprese in particolare. Perché se da un lato l'ultima indagine congiunturale mostra ancora numeri positivi (e a doppia cifra), la tendenza più generale appare in frenata, trattenuta sia dall'incertezza generale del momento (pandemico, ma non solo), sia per la corsa verso l'alto dei prezzi nelle bollette e di quelli delle materie prime. La produzione infatti fa segnare un più 17,6% (il dato precedente, di più 43,8%, rappresentava il record storico degli ultimi undici anni) mentre il fatturato è in crescita de113,9%. Gli ottimisti staccano chi vede il futuro nero di oltre 20 punti percentuali, ma per chi è particolarmente vocato all'export questa forbice si allarga a superare il 41%. Però i risultati sono decisamente meno promettenti rispetto al giro di boa di giugno. Una ripresina, insomma: «Ci sono segnali postivi sottolinea Alberto -, ma sono meno diffusi e più selettivi rispetto a sei mesi fa. E la conferma parziale che un recupero c'è stato». E ancora: «Anche per il primo semestre 2022 è prevista un'ulteriore contrazione degli indicatori congiunturali. L'impressione è che ci sia una generalizzata diminuzione della fiducia nel futuro da parte degli imprenditori, c'è attesa degli sviluppi». «Pesano, d'altra parte, in modo sempre più incisivo le persistenti difficoltà intervenute in questi ultimi tempi relativamente alle materie prime e al caro-bollette», conclude il presidente delle piccole e medie imprese torinesi. E Fabio Schena, responsabile dell'ufficio studi di Api Torino, ribadisce: «Gli indicatori congiunturali sono ancora tutti postivi, ma in misura inferiore a prima. Rispetto alle precedenti rilevazioni il grado di fiducia degli imprenditori subisce un significativo ridimensionamento». Per i prossimi mesi, la produzione dovrebbe fermarsi a un più 6%, mentre gli investimenti sembrano lasciare fuori soprattutto le imprese "micro": solo il 35,5% delle imprese fino a 9 addetti ha realizzato infatti nuovi investimenti nel secondo semestre 2021. Diminuisce il ritardo nei pagamenti, mentre l'occupazione vede il 52,5% degli imprenditori prevedere nuove assunzioni per i prossimi 6 mesi. Soprattutto a tempo indeterminato (22,8%) e apprendistato (20,8%), mentre nella seconda metà dell'anno il 18,8% delle imprese ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali (meno 25% rispetto alla prima parte dell'anno). Per i primi sei mesi del 2022, infine, è stabile la quota di imprese che ritiene di dover ricorrere alla cassa integrazione (19,2%).