Si è sempre parlato in questi giorni del mondo, per nulla invisibile, che ruota attorno a Speedline. C’è chi parla di 150 persone, altri di 200, chi ancora di più. Di certo sono centinaia le piccole e medie imprese che andrebbero in sofferenza senza la fabbrica di Santa Maria di Sala. E il presidente di Confapi (Federazione delle associazioni delle piccole e medie industrie) del Veneto William Beozzo si fa portavoce di questa che non è una minoranza. Anzi. «Sulla scelta di Ronal di sospendere la chiusura», osserva, «siamo soddisfatti ma in modo cauto. È un buon passo in avanti, ma ora troviamo insieme le condizioni per creare un sistema di monitoraggio costante sui prossimi passi. Le 20 aziende dell’indotto con contratti di esclusiva con la Speedline rischierebbero davvero di chiudere e questo non ce lo possiamo permettere».
Da un’analisi di Confapi Veneto, l’indotto Speedline vede 20 aziende dirette con 200 dipendenti (ad esempio chi si occupa di sbavatura e carteggiatura dei cerchi) e di circa altre 30 ditte indirette per altri 200 lavoratori (trasporti, manutenzioni impianti, forniture, servizi allo stabilimento). Dunque con Speedline si arriverebbe a quasi 1. 000 unità a rischio. La decisione di Ronal, si stima, comporterà la chiusura delle fabbriche dirette ed un forte ridimensionamento per quelle indirette, con una perdita di posti di lavoro pari a 300 dipendenti. Confapi Veneto conferma la propria disponibilità ad affiancare l’Unita di crisi regionale e l’assessora al Lavoro Donazzan in questa partita strategica per il Veneziano. «Vogliamo contribuire e tutelare gli imprenditori delle aziende associate e i loro collaboratori», conclude Beozzo.