Prima di Natale, l'associazione delle piccole e medie industrie ha varato la costituzione di una rappresentanza della «filiera della mobilità», votata a portare avanti gli interessi delle pmi dell’automotive, ma anche dei mezzi pesanti e movimento a terra. Al momento hanno risposto alla chiamata 500 imprese, il censimento però è ancora in corso e potrebbe allargare ulteriormente il fronte. La transizione ecologica non sarà solo un problema «da grandi». Anche i piccoli hanno capito che potranno rimetterci e così sotto la Mole le pmi di Api orbitanti attorno al pianeta delle quattro ruote hanno deciso di unirsi per far sentire la propria voce. Quella di chi spedisce direttamente i pezzi alle linee di Mirafiori, ma anche di chi aiuta i fornitori intermedi a creare parti di automobili poi da assemblare. Così, prima di Natale, l'associazione delle piccole e medie industrie ha varato la costituzione di una rappresentanza della «filiera della mobilità», votata a portare avanti gli interessi delle pmi dell'automotive, ma anche dei mezzi pesanti e movimento a terra. Al momento hanno risposto alla chiamata 500 imprese, il censimento però è ancora in corso. «Stiamo definendo delle priorità nelle tematiche da affrontare e abbiamo chiesto un incontro alle istituzioni locali e al viceministro Gilberto Pichetto assieme al nostro presidente di Unionmeccanica-Confapi, Lorenzo Giotti», informa Alberto Russo, ceo di Leva spa (fornitore della plancia rivestita della 500E) e chiamato a coordinare la nuova filiera di Api Torino. Le questioni più calde sono appunto la conversione all'elettrico, ma anche la formazione di competenze necessarie ad abbracciarla, il rincaro delle materie prime e dell'energia e il piano industriale di Stellantis che verrà svelato a marzo. «Vogliamo portare avanti le istanze dei nostri associati che compongono l'intera catena di fornitura per i grandi costruttori - continua Russo - e sederci anche noi ai vari tavoli che verranno aperti, l'automotive sta cambiando e dobbiamo farci sentire». «Si tratta - aggiunge Fabio Schena, responsabile centro studi Api Torino - di permettere alle nostre imprese un percorso più facilitato e accelerato verso la transizione elettrica. Le riconversioni variano a seconda dell'attività svolta, chi opera sulla carrozzeria difficilmente avrà problemi, magari dovrà prestare più attenzione a leggerezza e resistenza, chi invece fa componenti per motori dovrà iniziare una seria riflessione». Oggi le imprese della «filiera della mobilità», lavorano per il 70% nell'automotive, 18% aerospace, 10% ferroviario e un po' di navale. Gli occupati viaggiano intorno a una media di 22 per azienda. C'è un nucleo duro di Tier1, cioè fornitori di primo livello direttamente connessi ai carmaker e poi a cascata tanti Tier2, 3 e 4: dal mollificio che approvvigiona Brembo, a chi fa i comandi per gli alzacristallo per chi produce portiere. E la Leva spa di Alberto Russo è una di questi (aveva iniziato con le cuffie per le leve a cambio). «Vogliamo coinvolgere pure gli atenei, il Cim 4.0, la Camera di Commercio - rimarca Russo -, l'obiettivo è focalizzare una serie di argomenti importanti per le nostre imprese da discutere a livello territoriale».