Le Pmi edili al Comune: “Ci escludete dai bandi”
«Non ci sono le condizioni per un rilancio del sistema economico territoriale». Il grido d'allarme arriva dalle imprese edili romane che, assistite dalla confederazione della piccola e media impresa Confapi, hanno scritto una lettera al sindaco di Roma Roberto Gualtieri per protestare contro il bando di gara sulla manutenzione delle strade capitoline e delle altre province della regione per i prossimi 4 anni. Il bando è stato pubblicato i primi giorni di gennaio dall'ente Roma Città metropolitana, l'ex Provincia, guidato dal sindaco di Roma, e vale 288 milioni di cui 200 per tutte le strade della capitale: prevede la riparazione di buche, la manutenzione di asfalto, segnaletica e attrezzature stradali, la costruzione di barriere di protezione e mezzi di controllo del traffico. Il punto è che le piccole e medie imprese hanno pochissime possibilità di aggiudicarsi questo maxi appalto perché non possono presentare le necessarie garanzie assicurative e fideiussioni bancarie: difficile trovare una banca che assicuri per 200 milioni una impresa che in media ha dieci dipendenti. Il danno economico e sociale sarebbe molto grave: secondo Confapi a rischio di rimanere senza lavoro sono circa 300 aziende edili e un migliaio di dipendenti che fino a oggi hanno mantenuto le strade per conto di Roma Città Metropolitana e i comuni che ne fanno parte riparando buche, rifacendo l'asfalto, la segnaletica o la manutenzione ai semafori. Attività spesso in ritardo perché molti cantieri sono frammentati da appalti comunali, municipali o metropolitani e spezzettati in subappalti che rendono difficile capirne competenze, controlli e gestione: è lo stesso rischio che, secondo Confapi, si corre con il maxiappalto di Roma Città metropolitana. «Questa gara - continuano gli imprenditori rivolti a Gualtieri - affida contratti pubblici senza tenere conto della configurazione del tessuto produttivo locale». Che, non è un segreto, a Roma è composto almeno per 1'80% da aziende di piccola e media dimensione. Ma i motivi della protesta non sono finiti: secondo il presidente di Confapi Lazio Massimo Tabacchiera «non è ancora disponibile il disciplinare di gara che dovrebbe contenere i requisiti, i dettagli e le modalità per partecipare al bando». In sostanza gli imprenditori protestano sia in termini di strategia politica che di trasparenza amministrativa. «Questa gara e la deregulation normativa è un disastro annunciato - conclude Tabacchiera - si rischia di favorire monopoli e l'Anac è d'accordo con noi. Un appalto così alto conterrà requisiti e garanzie fideiussorie, bancarie e assicurative, tali per cui nessuna delle piccole e medie imprese sarà in grado di poter partecipare da sola al bando. L'urgenza di spendere i fondi del Pnrr non può ricadere sulla pelle del mondo imprenditoriale a favore di pochi».